Dragaggi al porto di Taranto: ecco come funzionerà la vasca di colmata
TARANTO – Si è svolta lo scorso 28 giugno una riunione tecnica nella sede del ministero dell’Ambiente per fare il punto sulla realizzazione della vasca di colmata e di parte delle opere a mare relative a IV sporgente e darsena. Si tratta di lavori inerenti l’area della Piastra portuale nell’ambito del Sito di Interesse Nazionale di Taranto. Oggetto della riunione era, in particolare, l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue.
Il resoconto dell’incontro, pubblicato sul sito ufficiale lo scorso 13 luglio, è stato trasmesso all’Autorità Portuale di Taranto, alla Regione Puglia, alla Provincia e al Comune di Taranto, ad Arpa Puglia, Ispra e Taranto Logistica Spa. Nel verbale si ricorda che il progetto di dragaggio e la connessa vasca di contenimento dei fanghi di dragaggio contenuto nell’elaborato “Piastra portuale” è stato approvato dal Mit (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) con decreto del 14 novembre 2012 contenente le prescrizioni e le raccomandazioni formulate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nell’ottobre del 2012. In seguito, è stato il Ministero dell’Ambiente, visti i pareri di Arpa, a emettere il decreto – 31 gennaio 2013 – che contiene l’approvazione del progetto. L’articolo 2 del decreto prevedeva il monitoraggio dei lavori sotto la sorveglianza di Ispra e Arpa Puglia.
I rappresentanti dell’Autorità Portuale hanno inteso come elemento prescrittivo, tra l’altro, che “lo sversamento a mare delle acque derivante da tutte le attività di refluimento in vasca, può avvenire solo previa autorizzazione dell’ente competente nel rispetto dei limiti di riferimento per gli scarichi in acque superficiali previsti dalla normativa vigente”. Motivo per cui, nel corso del 2014, l’impresa affidataria ha richiesto alla Provincia l’istanza di autorizzazione allo scarico in mare delle acque reflue affluenti la vasca di colmata, sede deputata al refluimento dei sedimenti dragati nel SIN di Taranto. Da parte della Provincia, nel gennaio 2016, era arrivato il diniego all’autorizzazione in quanto non presente “una filiera di trattamento”.
Da parte sua, Taranto Logistica (concessionario) ha comunicato che il Piano di Monitoraggio Ambientale è stato integrato con la misurazione in continuo della torbidità, come richiesto da Arpa Puglia con nota del 27 maggio 2016 al fine di valutare il potenziale impatto ambientale delle operazioni di scarico delle acque di esubero nella vasca di colmata, provenienti dal dragaggio a mare. Inoltre, si è proceduto ad uno specifico piano di monitoraggio ante operam delle acque antistanti la vasca di colmata per la determinazione dei valori di fondo. A seguito della validazione da parte di Arpa dei risultati delle analisi, verrà presentato un piano di monitoraggio delle fasi corso e post operam integrativo al piano di monitoraggio dell’intero progetto approvato.
Ma come funzionerà la vasca di colmata e il sistema di trattamento? Lo ha spiegato il rappresentante di Taranto Logistica: “I sedimenti dragati saranno refluiti, tramite pompe e tubazioni, all’interno della vasca di sedimentazione primaria e le acque trattenute all’interno della stessa, al raggiungimento della quota di 1,70 metri sul livello del mare, inizieranno a refluire nella vasca di sedimentazione secondaria. Ai fini della regolazione del flusso sfiorante è previsto, sulla sommità dell’argine di separazione tra la vasca primaria e secondaria, un manufatto di lamiere con asole. La vasca di sedimentazione secondaria è preposta all’affinamento delle acque di mare prive della frazione solida trattenuta nel sedimentatore principale. Il processo di affinamento si completa con l’inserimento di 11 filtri statici che hanno lo scopo di evitare il passaggio di eventuali frazioni solide non sedimentate prima che l’acqua si immetta nel canale fugatore”.
La riunione si è conclusa concordando i seguenti punti: le attività di refluimento in vasca dovranno essere effettuate in modo da garantire il rispetto delle disposizioni di cui all’art. 5 bis della legge n. 211/15, anche mediante opportune verifiche ambientali; relativamente alle azioni finalizzate “a non peggiorare lo stato di qualità delle matrici ambientali, suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, acque marine e di transizione, né pregiudicare il conseguimento degli obiettivi di qualità delle stesse”, viene specificato che esse attengono ad una fase di progettazione esecutiva e, pur ritenendole tecnicamente condivisibili, l’approvazione definitiva è posta in capo al RUP (Responsabile Unico del Procedimento) che dovrà procedere secondo le previsioni della normativa vigente di settore.
Vasca di Colmata – La scheda
La Vasca di Contenimento dei Fanghi è stata prevista per accogliere i fanghi provenienti dai dragaggi del IV Sporgente e della Darsena Ovest; essa sarà realizzata nel bacino esterno del porto (il c.d. porto fuori rada) in uno specchio acqueo ad Ovest di Punta Rondinella. La vasca avrà una superficie di circa 270.000 m2 ed una capacità volumetrica complessiva pari a circa 1.415.000 m3 con quota massima di riempimento +3.50 m s.l.m.m.
Per la sua realizzazione è prevista la costruzione di una diga a scogliera con uno sviluppo di circa 770 m, che “chiude” parzialmente l’insenatura compresa tra il limite della colmata Belleli (c.d. ex Yard Bel-leli) e Punta della Rondinella. Nel mese di novembre 2013 è stata completata l’esecuzione dell’opera provvisionale costituita da micro-pali previsti da realizzarsi nella punta estrema Sud-Est dello Yard ex Belleli. Come per il IV Sporgente e la Darsena, anche per la Vasca di Contenimento Fanghi sono state ultimate le attività di prospezioni archeologiche a mare, compreso la bonifica da ordigni residuali bellici delle suddette aree oggetto di indagine. Per i dettagli clicca qui.