Ilva, processo amianto: la Corte di Cassazione accetta la richiesta di ricusazione
La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di ricusazione presentata dalle difese di Fabio Riva (ex presidente di Riva Fire) e Luigi Capogrosso (ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto) nei confronti dei periti Paolo Crosignani e Leonardo Bai, nominati nell’ambito del processo di secondo grado per la morte di 28 operai del siderurgico che lavorarono a contatto con l’amianto. La Suprema Corte ha disposto la trasmissione degli atti alla sezione distaccata di Taranto della Corte d’appello di Lecce, che aveva respinto l’istanza il 19 maggio scorso, per la sostituzione dei periti dell’accusa. Il 24 maggio 2014 il giudice monocratico aveva condannato 27 ex dirigenti dell’acciaieria, tra i quali Fabio Riva e Capogrosso (a sei anni di carcere), riconoscendo il nesso di causalità tra il decesso e l’esposizione al pericoloso cancerogeno.
I legali dei due imputati hanno rilevato come Paolo Crosignani risultasse componente del comitato scientifico di Legambiente e dell’associazione ‘Medicina Democratica’, e Leonardo Bai risultasse componente del comitato scientifico di Legambiente Lombardia. Inoltre, i legali hanno evidenziato che entrambe le associazioni risultano costituite parti civili nel processo ‘Ambiente svenduto’ per disastro ambientale a carico dell’Ilva e sono pertanto portatrici di un interesse di natura patrimoniale.
Nel processo d’appello per il caso amianto è fissata per il prossimo 21 luglio la requisitoria del procuratore generale, ma con la ricusazione dei periti i tempi si allungheranno. Nei giorni scorsi, inoltre, il sostituto procuratore Marina Mannu ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 34 persone, accusate di cooperazione in omicidio colposo, lesioni personali gravissime e inosservanza delle norme sull’igiene sul luogo di lavoro.
Sono cinque gli operai morti o ammalatisi di cancro per i quali la Procura ritiene esserci un nesso di casualità tra gli anni passati nello stabilimento siderurgico di Taranto, a cavallo tra la gestione pubblica (Italsider) e quella dei Riva (Ilva) e il mesotelioma pleurico causa del decesso. Tra gli indagati ci sono gli ex direttori dell’acciaieria Giambattista Spallanzani, Sergio Noce, Attilio Angelini, Girolamo Morsillo, Francesco Chindemi, Nicola Muni, Ettore Salvatore e Luigi Capogrosso. (ANSA).