Le strategie non verbali per neutralizzare il “nemico” – 2^ parte

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Continuiamo il nostro rapido viaggio attraverso la comunicazione non verbale, forse messa un po’ più in secondo piano rispetto a quella verbale, più conosciuta e considerata. Tanto per intenderci meglio, la comunicazione non verbale è quella che riguarda le posizioni corporee, comprese le espressioni mimiche e le gestualità che adottiamo quando siamo in relazione con gli altri e che comunicano di noi molto più di quanto possano fare le parole stesse o le nostre pur buone intenzionalità coscienti.

Ogni emozione, stato d’animo, convinzione o giudizio e pregiudizio verso situazioni, cose o persone, inevitabilmente traspare e viene recepita da chi ci sta ascoltando oppure osservando, contribuendo, inconsapevolmente, a dare vita a un certo concetto o considerazione sulla nostra persona. Per questo è ancora più importante conoscere e saper utilizzare il linguaggio del corpo non solo in qualunque contesto ma soprattutto al cospetto di chi vuole demolire la nostra autostima. Quindi, oggi vedremo altre 5 piccole strategie che possono aiutarci ad evitare sopraffazioni e pressioni psicologiche ma che possano anche trasmettere di noi un’idea più vincente.

1) Nell’impatto con un interlocutore, specialmente se temiamo che questi farà di tutto per sottometterci e fare solo il suo gioco, poniamo particolare attenzione alla stretta di mano. Questa deve essere sempre perfettamente parallela a quella dell’altro, perché si possa avviare una comunicazione equilibrata e condivisa. Molto spesso, invece, capita che qualcuno si protrae verso di noi già con la mano ben tesa e a palmo in giù, costringendoci in tal modo ad adeguarci alla sua presa.

Ma avviare una relazione con questa modalità, significa lanciare da subito segnali di debolezza, di arrendevolezza e insicurezza personale. Quindi, anziché accondiscendere inconsapevolmente a una stretta di dominio offrendo all’altro la nostra mano con il palmo rivolto verso l’alto, raccogliamo pure la sua posa ma aiutandoci con l’altra mano obblighiamolo con molta disinvoltura e delicatezza a raddrizzare la stretta. In questo modo avremo trasmesso inconsciamente al nostro potenziale “nemico” la non volontà di sottostare alle sue prevaricazioni.

2) Molto simile alla stretta di mano del “dominio” è quella “affettiva” tra due fidanzati, coniugi, compagni o amici molto intimi mentre passeggiano per strada. Cominciate a fare caso alla posizione delle due mani. Chi dei due conduce l’altro? Noterete sicuramente che nella stragrande maggioranza dei casi è sempre l’uomo che conduce la donna. E, sinceramente, pensare alla posizione inversa può anche far sorridere o apparirci strano.

Tuttavia, come già forse abbiamo compreso, ogni postura, gesto, mimica,  lancia dei segnali che magari non avvertiamo direttamente o coscientemente ma che incidono in modo consistente poi sulle nostre modalità comportamentali. Quindi, diciamo che non sarebbe male, di tanto in tanto, anche solo per gioco, cambiare posizione, fare in modo, cioè, che chi trasporta e chi si lascia trasportare vivano con fase alterna entrambi questi ruoli. Sicuramente la relazione ne trarrà giovamento e anche ogni eventuale discussione si porrà spontaneamente su un piano più equilibrato.

3) Un terzo piccolo ma significativo aspetto da tenere in considerazione è quando ci troviamo al cospetto di un capo ufficio o di qualcuno che comunque riveste già una carica di potere rispetto alla nostra. Se prevediamo di ricevere una strigliata di testa evitiamo di restare seduti dietro la nostra scrivania mentre lui è in piedi e ci sovrasta con la sua mole e il suo vocione. Difficilmente riusciremo a difenderci in questa disposizione perdente in partenza. Quindi, facciamo in modo di posizionarci a un livello posturale paritario, se non altro per indurlo a moderare i toni e ad avere più riguardo.

4) Un altro aspetto importante nella comunicazione con l’altro, a cui diamo sempre poca importanza, sono le interiezioni, cioè tutte quelle espressioni vocali che trasmettono le nostre emozioni. Sono soprattutto le donne che si sentono un po’ impacciate, che non sono molto sicure di sé o temono di disturbare con le proprie opinioni e la propria voce ad utilizzarle, frammentando una frase, un concetto, un’esposizione con esclamazioni tipo: eh, cioè, beh, oh, non so, mmh, ah… e così via.

La situazione espositiva si aggrava se ad accompagnare queste interiezioni intervengono dei sorrisini di imbarazzo o di accondiscendenza. Sarà bene sapere che questa modalità espressiva, che purtroppo a volte può anche diventare abituale ed essere vissuta come naturale, non ci rende onore. Lancia all’interlocutore un’idea di noi poco vincente e induce di conseguenza a una relazione non paritaria. Dunque da questo momento in poi fate maggiore attenzione al modo in cui vi esprimete e allenatevi a comporre il vostro discorso senza pause troppo lunghe e soprattutto senza intercalari.

5) Infine, se dovete affrontare un colloquio di lavoro, controbattere qualcosa al vostro capo o semplicemente temete che chi avrete davanti cercherà di opporsi alla vostra proposta o vi metterà in difficoltà qualunque cosa voi diciate, evitate accuratamente di sedere al di qua della scrivania in posizione esattamente frontale. A livello inconscio vi predisporrete e predisporrete anche l’altro allo scontro. Se volete innalzare le probabilità di buona conclusione dell’affare o dell’esame, con un piccolo gesto spostate la vostra sedia o poltrona leggermente di lato, in modo da non trovarvi direttamente a quattr’occhi.

Spero che questi piccoli suggerimenti possano tornarvi utili nella vita di ogni giorno ma specialmente nel caso in cui chi vi è davanti ha perso la benevolenza nei vostri confronti. Come ogni cosa e ogni piccolo o grande cambiamento che si vuole apportare nella propria vita, anche queste nuove e più efficaci modalità non verbali necessitano di verifica in campo e di allenamento. Quindi, fate in modo che tutto diventi presto semplice e automatico, perché solo così vi sentirete davvero più al sicuro.

Leggi la prima parte: https://www.inchiostroverde.it/cinque-piccole-strategie-non-verbali-per-neutralizzare-il-nemico/

elisaA cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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