Ilva, Wwf: abbiamo spiegato quali inquinanti e in quali quantità si disperdono nell’aria

Dopo un rinvio, probabilmente per dare tempo all’amministrazione straordinaria di organizzare una messinscena adeguata alla portata dell’evento, finalmente le associazioni cittadine incontrano la Commissione Europea per l’ambiente. È stato un momento importante, in cui tante realtà diverse si sono ritrovate dalle strade e dalle piazze, in un luogo deputato alle importanti osservazioni che in molti abbiamo da relazionare.

L’incontro avviene in uno scenario che vede l’approvazione del 11° decreto salva Ilva, dopo le confusionarie dichiarazioni di buona parte del emiciclo parlamentare, da destra a sinistra. Infatti, sia Bratti, insieme una fetta importante del Governo, che la destra estrema asserisce che l’Ilva non si può fermare altrimenti non ci sarebbero i fondi per risanarla. Eppure, la fabbrica perde 30 milioni al mese, e mi domando ma se è in perdita come faranno a risanarla? La favoletta che a impianto spento non si può risanare ogni tanto ritorna a galla. Lo avevamo già sentito con lo spegnimento dell’altoforno imposto dalla Procura, con il ricatto occupazionale, con l’ipocrisia dell’AIA.

La domanda sorge spontanea, se il punto di equilibrio tra spese e ricavi è di 8 milioni di tonnellate, allora per risanare bisogna portare l’Ilva a 10 milioni di tonnellate, come ai tempi d’oro, ciò vuol dire che l’idea di questi signori è quella di riattivare tutta la forza produttiva del mostro sputa acciaio. Ma se questo accade si ritornerà ai livelli d’inquinamento degli anni scorsi, oppure l’onorevole Bratti ci deve spiegare dove si potranno trovare i soldi per risanare, se l’Ilva è in forte perdita. Infine vorrei domandare a questi industrialisti dell’ultima ora se hanno mai provato a cambiare una ruota con la macchina in movimento, oppure se hanno mai provato a cambiare l’olio della propria macchina con il motore acceso? E soprattutto se si sono mai chiesti quanto tempo una città possa continuare ad essere imbrogliata? Invece che applicare un semplice assioma: “chi inquina paga” si cercano appigli e volutamente non si da spazio alla realtà.

L’incontro incomincia già fuori dalla Prefettura. Arriviamo alla spicciolata e ognuno di noi ha un faldone da consegnare, per spiegare che l’Ilva inquina ed inquinerà ancora. L’AIA è un dolce miraggio dove tanti si crogiolano pensando alla fabbrica perfetta che mai arriverà. Probabilmente tanti sono consapevoli, ma non riconoscono la sofferenza di una città in ginocchio.

Si inizia con Legambiente, e poi il WWF con la dott.ssa  Annamaria Moschetti che spiega chiaramente quali inquinati e in quali quantità si disperdono nell’aria e le evidenze scientifiche della VDS, del mancato recepimento della stessa all’interno dell’AIA e di come la stessa sia un colabrodo. Poi tocca a Peacelink che sottolinea i ritardi nell’applicazione dell’AIA. È il momento della dott.ssa Daniela Spera (Legamjonici), che rincara la dose e offre uno scenario realistico della situazione attuale. TarantoLider riferisce sulle problematiche connesse all’endometriosi.

Nella parte finale, i Liberi e Pensati con Nicola Ordini che, nel paragone tra Taranto e Genova, individua i possibili scenari e declina le speranze di una città che vuole cambiare pagina e offre ai Deputati la possibilità di accompagnarli nello stabilimento, per evitare di farsi un giro nella Cinecittà Ilva. Si perché sono giorni che squadre di manutentori stanno organizzando la farsa, pitturando i muri di cinta dell’Ilva nella speranza di far passare i “tetti rititinti” per un’azienda modello.

Poi l’intervento rubato di Raffaele Cataldi che prendendo la parola ha toccato i cuori di tanti, riscattando le decine di operai “yesman” che non capiscono che le prime vittime sono proprio loro. Alla fine un lungo silenzio è calato sulla sala, si sentiva solo il deglutire di persone che si sono trovati d’avanti un gruppo affiatato, che gli ha raccontato la verità senza sottacere nulla. Nessuna domanda, nessuna parola solo la coscienza di quello che si era sentito. Le parole del Presidente della Commissione sono state: ci avete lasciati allibiti! Era quello che volevamo, dopo decine di incontri, come con #cuoredipietra Mucchetti, con imBRATTIamo tutti i muri della città, finalmente una Commissione che ha reso merito al nostro sforzo.

FABIO MILLARTE – PRESIDENTE DEL WWF TARANTO

 

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