Nel corso delle audizioni di ieri in Prefettura a Taranto con la Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo, Legambiente è intervenuta criticando l’atteggiamento del governo italiano – anche di quelli precedenti – sulla questione Ilva.
Per l’attivista Leo Corvace “i continui mutamenti nella normativa di riferimento con relativi rinvii nel cronoprogramma degli interventi da effettuarsi hanno creato gravi incertezze e sono indice di come si vada ‘a vista’ da parte del governo”. Corvace ha ribadito come l’attuale AIA non sia sufficiente per il risanamento ambientale dello stabilimento poiché permarrebbe, secondo le stime dell’Arpa, un rischio sanitario per 12 mila persone. “Occorre produrre di meno ed in maniera diversa – ha proseguito Corvace – passando il tutto sotto la lente della valutazione del danno sanitario. Questi i presupposti, per Legambiente, per andare avanti. Diversamente, non è più tollerabile un’Ilva che causa morte tra lavoratori e cittadini. La questione ambientale non può essere disgiunta però da quella sociale. Ogni famiglia a Taranto ha morti per tumore, ma anche disoccupati”.
Sul tema del lavoro “occorre quindi da subito porsi il problema degli esuberi dell’Ilva destinati, realisticamente, ad emergere con qualsiasi decisione che verrà assunta. Nessun posto di lavoro – conclude Corvace – deve essere perso, ma solo riconvertito per porre le basi di un nuovo modello di sviluppo del territorio basato sulle sue vocazioni naturali”.
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