Ilva, Pedicini e D’Amato (M5S): “Ferro vecchio da buttare giù. Pianificare alternative per Taranto”

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“L’Ilva è un ferro vecchio da buttare giù”. Piernicola Pedicini, capogruppo del M5S della commissione Ambiente del Parlamento europeo, oggi in visita allo stabilimento con gli europarlamentari della Envi, si era appena lasciato alle spalle i cancelli del siderurgico insieme alla portavoce Rosa D’Amato. “Ci siamo resi conto che le istituzioni europee – stando dentro le istituzioni europee, aggiunge – non hanno idea di quello che succede da queste parti. In realtà crediamo che non abbiano idea di quello che sta succedendo nel Sud d’Italia. Abbiamo voluto rappresentare questa criticità dell’Ilva affinché non possano più dire che non sapevano”.

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Così il M5S ha chiesto questa “missione di osservazione” alla commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo nel primo pomeriggio. E se l’Ilva “è un ferro vecchio da buttare giù” occorrono allora “soluzioni alternative risolutive. Non è l’acciaio, la siderurgia la soluzione alla questione lavorativa”. Pedicini parla di priorità. “Per noi la salute è una priorità e ci siamo appellati alle istituzioni europee perché loro hanno il compito di salvaguardare dei principi fondamentali come la salute e la tutela dell’ambiente”. Le alternative invece “vedono certamente il coinvolgimento di tutti i tarantini, e noi abbiamo il compito di strutturare un ventaglio di soluzioni congeniali per i cittadini”.

Per la portavoce del M5S al Parlamento europeo è “la chiusura la priorità. Sarebbe facile anche in termini elettorali per noi dire ‘va tutto bene, si può ambientalizzare’, ma è una soluzione irreale e poco lungimirante”. Ci sono state continue segnalazioni fatte in commissione europea – racconta – riguardo lo stato dello stabilimento, “riguardo gli aiuti di Stato, perché per noi sono aiuti di Stato”. Se da un lato si dice “contenta di aver portato qui un’istituzione europea”, dall’altro ammette “che è stato veramente deludente, sconcertante e vergognoso da tarantina vedere come la situazione rispetto a quando sono entrata nel 2015 non sia cambiata”.

“Un altro anno perso, la città di Taranto continua a morire e abbiamo bisogno subito di pianificare le alternative economiche. Abbiamo i nostri progetti – anche finanziati, ammette la D’Amato – e continueremo a lavorare in rete, in sinergia a livello nazionale, regionale e mi auguro da maggio dell’anno prossimo anche con il futuro comune a 5Stelle di Taranto. Per una Taranto diversa, una città senza Ilva”.

Poi entrambi chiudono sul decimo decreto Ilva. “Il ministro Galletti – dice Pedicini – ha precisato che nel decimo decreto verrà data centralità alla questione ambientale in congruità con la questione del piano industriale. Tuttavia nello stesso decreto è prevista una deroga dell’attuazione del piano ambientale di 18 mesi. Questo la dice lunga sulla loro reale intenzione di intraprendere questa strada”. Per la D’Amato “è l’ennesimo schiaffo alla città di Taranto, l’ennesimo prolungamento dell’agonia dello stabilimento ma soprattutto dei cittadini. Tutti questi soldi che pensano di dare all’azienda – conclude la D’Amato – sono soldi rubati alla città di Taranto, al futuro”.

  

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