Audizioni Commissione Envi su Ilva, le associazioni di Taranto in difesa di salute e lavoro

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La presenza a Taranto della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo dovrebbe servire – come annunciato nei giorni scorsi – ad acquisire in maniera diretta informazioni sulla situazione ambientale e sanitaria connessa alla presenza sul territorio dello stabilimento Ilva. E ne avranno ricevute di informazioni gli europarlamentari seduti al tavolo dove, uno dopo l’altro, si sono accomodate anche le associazioni impegnate nella difesa della salute e del lavoro. Liberi e Pensanti, Peacekink e la dottoressa Moschetti, Legamjonici, Wwf, Taranto Lider. Perché mentre il decimo decreto cosiddetto “Salva-Ilva” viaggia spedito verso la conversione in legge (ieri il voto alla Camera, leggi: http://goo.gl/LRwDfI), il nodo salute-ambiente-lavoro fatica a sciogliersi, anzi, resta stretto attorno alla necessità di cambiamento voluto dalla città rispetto al suo passato e al suo presente.

“Riteniamo che Taranto e la sua popolazione siano vittime di un disastro ambientale e sanitario che purtroppo non ha ancora raggiunto il suo apice di malattie e morte”. Esordisce così il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti nei pochi minuti concessi a ciascuna delegazione per esporre la propria posizione di fronte agli europarlamentari. La relazione letta dal portavoce Nicola Ordini punta il dito contro l’inquinamento prodotto dal siderurgico senza però dimenticare che sul territorio “insistono la raffineria Eni e il progetto Tempa Rossa, la Cementir, la Marina Militare, il deposito Cemerad e le discariche di rifiuti speciali e non che impattano quotidianamente sulla nostra salute”. Eppure in nessuno dei dieci decreti si affronta il dramma sanitario che vive Taranto. “Come pensano di aiutarci? Depotenziando le strutture ospedaliere, ridimensionando il pronto soccorso, chiudendo i reparti in nome di un piano di riordino ospedaliero che non tiene conto dell’emergenza sanitaria in atto che coinvolge più di 200mila abitanti”.

Ma si parla anche di lavoro e di lavoratori e tocca a Raffaele Cataldi – operaio Ilva e attivista dei “Liberi e Pensanti” – chiarire alcuni aspetti. “Abbiamo messo in campo delle proposte concrete per i lavoratori (Leggi le proposte: Relazione Liberi e Pensanti). Quegli stessi che non vengono mai citati nei decreti “Salva-Ilva” che si sono succeduti in questi anni. Parlo da operaio non da tecnico. Con la consapevolezza che quando morirò troveranno l’amianto nel mio sangue. Non mi sento rappresentato dalle istituzioni, tantomeno dai sindacati che continuano a parlare di ambientalizzazione. Sempre da operaio di quello stabilimento vi dico che l’Ilva va chiusa. Siamo lavoratori eccellenti e per questo possiamo essere reimpiegati nelle bonifiche”.

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Per gli europarlamentari è stata anche l’occasione per capire davvero che aria si respira a Taranto. Lo ha spiegato Alessandro Marescotti di Peacelink. “A Taranto abbiamo una vivace discordanza di visioni fra l’Ordine dei medici e la Asl. I medici sono allarmati, la Asl tranquillizza e smentisce i medici senza avere tuttavia dati epidemiologici aggiornati che dimostrino che la situazione attuale nella città di Taranto sia migliorata e che si sia allineata alla media della mortalità e della morbilità della Puglia. Il PM10 di Taranto ha un potere mortale più che doppio rispetto a quello di altre città”. La portavoce di Peacelink in Europa, Antonia Battaglia, interviene su picchi di diossina e mortalità. “Sono trascorsi cinque mesi da quando Peacelink ha aggiornato la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo sulle evoluzioni della situazione a Taranto. Ma poco o niente è cambiato. Si sono continuati a registrare valori drammatici nei recenti aggiornamenti del registro tumori e va sottolineato che ciò non si può attribuire solo ad esposizioni pregresse nel momento in cui si ammalano anche bambini appena nati. Lo studio epidemiologico Sentieri registra un +54% di tumori nei bambini rispetto alla media regionale”.

Il comitato Taranto Lider ha ribadito invece “la possibile correlazione tra endometriosi e contaminazione da diossine e Pcb evidenziata dagli studi scientifici presentati, tra cui quello condotto dalla dott.ssa De Palo sulla “compromissione della competenza ovocitaria nelle donne provenienti da area geografica altamente industrializzata. Compromissione “di cui gli inquinanti chimici ambientali sarebbero responsabili”.

“L’Ilva non potrà mai operare nel rispetto della salute, non esiste per le sostanze cancerogene un “effetto soglia”, ossia una concentrazione al di sotto della quale se ne possano escludere effetti sulla salute”. Per Daniela Spera di Legamjonici è questa la sintesi sulla situazione di grave emergenza ambientale a Taranto che la commissione europea deve conoscere. Durante il suo intervento la Spera ha ricordato che l’Italia andrà a processo davanti alla Corte di Strasburgo perché non ha protetto la salute dei cittadini di Taranto. Entro il 30 settembre lo Stato dovrà risponderne, ma qui l’emergenza continua.

Nicola Sammali

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