Oggi la Commissione Ambiente ha incontrato il dottor Roberto Giua, direttore del Centro Regionale Aria, e Vittorio Esposito, direttore dei Servizi Territoriali di Taranto di Arpa Puglia che hanno relazionato sulla spinosa questione dei picchi di diossina rilevati nel deposimetro di via Orsini ai Tamburi, in particolare nel novembre 2014 e nel febbraio 2015. Di seguito il resoconto di Lina Ambrogi Melle, consigliere comunale del Gruppo Ecologisti per Bonelli.
Come si ricorderà, sia l’Arpa che i cittadini di Taranto vennero a conoscenza di questa pericolosa situazione con gravissimo ritardo, solo nel febbraio 2016 , perché i commissari dell’Ilva, nominati dal Governo, non hanno comunicato tempestivamente dei dati così essenziali per la salute pubblica impedendo di fatto eventuali interventi preventivi di tutela sanitaria della popolazione, secondo il principio di precauzione di cui all’articolo 191 del Trattato di Lisbona. Pertanto l’Arpa ha dovuto ricostruire la questione diossina molto tempo dopo.
I risultati sono i seguenti:
Nel ricordare che il potenziale cancerogeno e genotossico della diossina è enorme e che bastano pochi grammi per generare un disastro ambientale e sanitario, i consiglieri Lina Ambrogi Melle e Filippo Illiano esprimono tutta la loro preoccupazione perchè difronte alla gravita’ della situazione sanitaria ed ambientale a Taranto, le figure istituzionali che possono intervenire per tutelare la salute dei tarantini, rimangono inerte e silenziose, mentre il Parlamento italiano si appresta a trasformare in legge il decimo decreto salvailva che rinvia ancora una volta l’attuazione delle prescrizioni AIA ed estende ai prossimi acquirenti o fittuari dell’Ilva un’ anomala immunità penale, civile ed amministrativa già regalata ai commissari nominati dal Governo.
Dopo anni di denunce in Italia ed in Europa, noi cittadini di Taranto ci sentiamo traditi dalla politica sia italiana che europea ed auspichiamo che la Corte dei diritti umani a Strasburgo, che ha aperto formalmente un procedimento contro lo Stato italiano, possa riconoscere a noi tarantini quel diritto alla vita ed alla salute che spettano a tutti senza ulteriori deroghe alle norme ambientali e penali.
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