«L’afa di questi giorni ci ricorda che siamo in piena stagione estiva e che in fondo il primo mese, giugno, è passato senza un minimo di programma di eventi, iniziative culturali, sportive o di spettacolo. Fra trenta giorni circa la grande festa dell’estate sarà finita, e ancora una volta avremo perso un’occasione – l’ennesima- per promuovere Taranto fuori dai confini provinciali e per costruire occasioni di richiamo turistico». Come si fa a non condividere la denuncia contenuta nella nota stampa di Confcommercio?
«Quest’anno, che non ci sarà la programmazione estiva di Puglia Promozione, momentaneamente congelata dall’ assessorato al Turismo troppo concentrato (sic!) sulla programmazione strategica del Piano Turistico Regionale , i territori dovranno fare da se. Tuttavia, ci sono comuni e comuni – si legge – quelli che al di là della Regione programmano cose, iniziative e addirittura cartelloni estivi perché non possono permettersi di perdere una stagione turistica, e quelli che stanno fermi perché non sanno come fare ad organizzarsi.
Taranto evidentemente appartiene alla seconda categoria. Siamo a metà luglio e ancora non si sa se ci sarà un programma di eventi, se il Comune di Taranto ha pensato di organizzare qualcosa che possa essere un’occasione di richiamo se non turistico quanto meno di modesto intrattenimento serale per chi deciderà di trascorre qualche ora in città, senza dover necessariamente migrare in provincia. I comuni confinanti della provincia, brillano per vivacità di proposte e addirittura – ma, anche questo non va bene- fanno a gara per strapparsi i turisti con sagre e serate in piazza, organizzate semmai nella stessa data.
Bene, non ci si attende che il Comune di Taranto organizzi le sagre, ma nemmeno che rinunci del tutto a coordinare un minimo di eventi, semmai anche solo quelli organizzati con generosa passione da associazioni e sodalizi, a cui peraltro la stessa Amministrazione offre il patrocinio e qualche servizio, dando così l’illusione che anche Taranto abbia il suo cartellone estivo di eventi.
Ed invece, anche in questo caso Taranto si distingue per quella sua naturale propensione alla non programmazione, alla affannosa corsa dell’ultimo miglio, alla organizzazione-disorganizzata… Insomma, la classica s-programmazione di Taranto. Intanto bar, pub e imprese della ristorazione saranno lasciate sole a inventarsi il modo per ‘acchiappare’ l’avventore in fuga verso altri luoghi più ricchi di proposte e iniziative per il dopo cena”.
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