Al Festival di Mottola uno dei migliori chitarristi viventi: Roland Dyens
La critica lo considera uno dei “migliori chitarristi viventi” in tutti gli stili. Lui sembra quasi non darci peso. “Nella musica non è possibile dire che c’è un numero 1. Giusto per fare un esempio, non è come il tennis. Perché non si può misurare. Mi piace invece pensare che faccio parte di una specie di club di musicisti che portano avanti la chitarra in tutto il mondo e sento di avere una missione: fare cose belle, originali, apportando nuovi elementi sul piano tecnico e musicale. È come se lo dovessi al pubblico. È questo il motore della mia vita”. Parla così – da Mottola – Roland Dyens, arrivato in provincia di Taranto per la XXIV edizione del Festival Internazionale della Chitarra- Città di Mottola. Interprete, compositore e arrangiatore francese, sarà l’ospite d’eccezione del concerto, ad ingresso gratuito, in programma mercoledì 13 luglio, alle 21.30, nella Chiesa Santissima Immacolata.
È il più alto classificato nella Top 100 delle più originali opere incise per chitarra da compositori viventi, in tutto il mondo, insignito della “Chitarra d’Oro 2006” dalla Presidenza dell’Alessandria International Competition, è stato scelto dalla Guitar Foundation of America per comporre il pezzo forte per il suo prestigioso concorso annuale. Nel 2007, durante il tour in Nord America, il sesto recital di Dyens ha ottenuto cinque stelle dalla Winnipeg Free Press. Ha avuto il privilegio di essere l’unico chitarrista classico invitato a partecipare ad un omaggio al grande Django Reinhardt.
Nel 2011, il suo recital all’International Córdoba Guitar Festival ha ricevuto il massimo riconoscimento delle ambite “Five Stars” da parte della stampa spagnola. Insegna al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi. Dyens ha un’altra particolarità: non comunica mai la scaletta dei suoi concerti. E anche a Mottola promette l’effetto sorpresa.
“Non ho ancora deciso il repertorio, di sicuro posso dire che inizierò con un’improvvisazione. Il resto dipenderà dal pubblico, non è un fatto di snobismo, al contrario per me quello che conta è comunicare”. Parole che arrivano alla vigilia del concerto a Mottola, occasione anche per raccontare il suo rapporto con l’Italia. “Con il vostro Paese- dice- ho un legame molto particolare e ancora di più con la Puglia. Mottola, poi, è per me un punto di riferimento. Ci sono stato la prima volta nel ’98, ormai con il direttore artistico del Festival Michele Libraro si è creato anche un rapporto personale. Mi sento a casa”. E, a proposito di casa, una nota di colore. Dyens in questi giorni alloggia nel centro storico, in un albergo diffuso nel cuore della Mottola medievale. “Si sta veramente bene, mi sento tranquillo. Senza dimenticare che mi hanno fatto trovare il frigo pieno delle cose che mi piacciono di più: anguria e latte di mandorla. Poi, immancabili, i vostri tarallini”.
A precedere il concerto di Dyens, mercoledì 13, alle 20.30, saranno altri due straordinari artisti: il Duo Aonzo- Margaritella con musiche di Niccolò Paganini, Celso Machado, Astor Piazzolla, Jonathan Jensen e molto altro. Carlo Aonzo vanta una consolidata attività concertistica tra Europa, Giappone e Stati Uniti, dove si è affermato quale principale divulgatore del mandolino classico italiano. Ha vinto, tra gli altri, il primo premio speciale “Vivaldi” alla Vittorio Pitzianti National Mandolin Competition di Venezia e il primo premio alla Walnut Valley National Mandolin Contest, Winfield, Kansas.
Ha collaborato con numerose istituzioni musicali incluse la Filarmonica del Teatro alla Scala e i Pomeriggi Musicali di Milano, la Nashville Chamber Orchestra (Usa). Roberto Margaritella dal 1985 svolge attività concertistica come solista di chitarra, ma anche in varie formazioni. Ha all’attivo collaborazioni con artisti di fama internazionale, come Juan Lorenzo e Marcello Crocco. Nel 2011 in duo con Angela Centola, registra il cd “Sueño – Impressioni Spagnole tra Classica e Flamenco”, produzione Studiottanta-Fortuna Records, recensito con grande entusiasmo anche dalla rivista “Guitart”.