Taranto, Balzanelli (118) sul Punto di primo intervento al Moscati: “Massima sicurezza per i cittadini”

TARANTO – Le polemiche divampate nelle ultime settimane sul Piano sanitario di emergenza estivo rischiano di creare disorientamento tra i cittadini ionici. Com’è noto, i “Pronto Soccorso” dell’ospedale “Moscati” di Taranto e quello dell’ospedale “San Marco” di Grottaglie sono stati trasformati in Punti di primo intervento con presidio del 118.  Tale trasformazione, avviata il 4 luglio, si protrarrà fino a fine settembre.

Ma cosa è cambiato per i cittadini (a cominciare da quelli residenti nel quartiere “Paolo VI”) che si trovano a vivere un’emergenza? Possono recarsi al “Moscati” o devono fiondarsi al “Pronto Soccorso” del “Santissima Annunziata”, ospedale situato a maggiore distanza? Che tipo di assistenza è prevista al Moscati? Quesiti che abbiamo posto al direttore del 118 di Taranto, dottor Mario Balzanelli.

«Al Moscati non c’è stata alcuna chiusura – spiega a InchiostroVerde – non è vero che qui è tutto chiuso e spento.  In realtà è cambiata la modalità di gestione: non c’è più un reparto di “Pronto Soccorso”, ma un “Punto di primo intervento” con  gestione affidata al 118. Purtroppo, si è fatto intendere che veniva soppressa per i pazienti la possibilità di accedere ai reparti. Non è vero. Se si presenta un malato oncologico, ad esempio, noi lo visitiamo, lo stabilizziamo e poi lo facciamo esaminare da un consulente che deciderà se ricoverarlo o no». E cosa succede, invece, ad un paziente che presenta i sintomi di un infarto? «Il paziente viene immediatamente trasportato alla Villa Verde che garantisce l’angioplastica h 24, 365 giorni all’anno, ed è dotata di cardiochirurgia. Se c’è urgenza di intervenire con bypass aorto-coronarico, è quella la struttura più attrezzata».

Che tipo di garanzie offre il “Punto di primo intervento” del Moscati gestito dal 118? «Innanzitutto, va detto che il 118 è l’istituto del Sistema Sanitario Nazionale preposto alla gestione sul territorio di tutte le emergenze e di tutte le urgenze. Quindi, è perfettamente in grado di gestire tutte le situazioni: quelle più complesse, in cui il paziente rischia di morire da un momento all’altro, le situazioni in cui il paziente sta molto male ma non è in imminente pericolo di vita, e infine le emergenze acute minori in cui il paziente sta male, ma non presenta un potenziale pericolo di vita. Il nostro 118 garantisce tempi record di intervento per gli infarti e per il trasporto dei pazienti nelle sedi ospedaliere adeguate, consentendo la gestione di qualsiasi problema di salute con appropriatezza, tempestività e competenza».

Da qui il messaggio rassicurante che il dottor Balzanelli lancia ai tarantini: «Voglio tranquillizzare i cittadini di tutta la provincia: qui non c’è la chiusura di un servizio. Anzi, l’affidamento della gestione al 118 garantisce la massima sicurezza per la loro salute e il trasferimento nelle strutture più idonee. Discorso che vale anche per i cittadini di Grottaglie. D’altronde io stesso sarò presente al “San Marco” due giorni a settimana». In merito al rischio di sovraffollamento e di ulteriore affanno per il “Pronto Soccorso” del Santissima Annunziata, il dottor Balzanelli spiega che “la gestione del sistema delle emergenze prevede che tutte le situazioni di maggiore gravità debbano confluire nel presidio ospedaliero in assoluto più idoneo. E’ così che funziona in tutto il mondo. Il potenziamento del Santissima Annunziata è coerente con questa logica, in quanto rappresenta la struttura più attrezzata (centro HUB) del territorio».

Torniamo al Punto di primo intervento del Moscati. Come viene impiegato il personale in organico? «Ci sono tre infermieri di turno la mattina, tre il pomeriggio e due la notte. I medici sono sempre due: mattina, pomeriggio e notte. Questo è dovuto al fatto che uno dei due medici o uno degli infermieri potrebbe mettersi a bordo di un’ambulanza attrezzata (di base al Moscati, ndr) per raggiungere il “Pronto Soccorso” del Santissima Annunziata o fare un intervento al di fuori della struttura». Proprio due giorni fa, si è presentata la necessità di intervenire al rione “Paolo VI” per soccorrere un ragazzo che si era lanciato nel vuoto. «In quel momento tutti i nostri mezzi erano impegnati –  ricorda il dottor Balzanelli – ed abbiamo dovuto far uscire l’ambulanza da qui».

La struttura del “Punto di primo intervento” del Moscati si presenta, ai nostri occhi, attrezzata ed operativa. Ci sono i due medici, gli infermieri, i macchinari necessari per intervenire: dai tre defibrillatori all’emogasanalizzatore. L’accoglienza dei pazienti avviene in una sala “open space”. Davanti all’ingresso è parcheggiata l’ambulanza pronta ad intervenire in caso di trasferimento urgente (foto in alto).

In questa struttura i tempi di valutazione delle condizioni di salute del paziente non possono dilatarsi: entro tre ore si deve decidere in merito ad un eventuale ricovero. Il dottor Balzanelli ci fornisce altri dati: negli ultimi due giorni sono state fornite circa 100 prestazioni. Solo in 4 casi è stato necessario il ricorso al “Santissima Annunziata”. Quest’ultimo ci risulta, comunque, in affanno ma è un argomento che affronteremo a parte. Al momento ci fermiamo qui sperando di aver chiarito le idee ai nostri lettori su cosa è cambiato sul fronte dell’assistenza nei casi di emergenza. Almeno fino al prossimo 30 settembre. Il resto sarà tutto da vedere.

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