TARANTO – Non sarà un blocco psicologico, ma certamente un ritardo non accettabile quello che ancora ci costringe a ragionare su dati di incidenza di patologie e di mortalità fino al 2012. Quello fu l’anno in cui, grazie al sequestro e alla nomina dei custodi giudiziari, l’Ilva diminuì drasticamente la sua produzione, tanto da far registrare una riduzione di emissioni e di polveri sottili, secondo quanto certificato da Arpa Puglia.
Riportiamo le conclusioni della relazione annuale 2015 di Arpa Puglia sulla qualità dell’aria a Taranto: leggi qui. “Il decremento delle concentrazioni annuali di PM10 a partire dal 2011, particolarmente evidente nelle stazioni del quartiere Tamburi ed accentuato maggiormente nel 2014 rispetto al 2013, può essere dovuto, oltre alla riduzione della produzione industriale degli ultimi anni, a una serie di misure di risanamento messe in atto a partire da settembre 2012, volte a limitare il carico emissivo industriale nei cosiddetti wind days, giorni di elevata ventosità, in cui l’agglomerato urbano si trova sottovento al polo industriale.
Si osserva come le concentrazioni di PM10 tendano ad aumentare nel periodo invernale, ad eccezione del sito di via Archimede i cui valori elevati nel periodo di agosto possono essere dovuti all’accensione di piccoli incendi, di cui Arpa ha preso atto visivamente. La stagionalità di quanto sopra riportato si riscontra anche valutando il numero dei superamenti del limite giornaliero del PM10 nell’arco dell’anno 2015. In ogni caso in nessun sito del comune di Taranto viene superato il valore limite previsto dal DLgs 155/2010 sulla media annuale del PM10, pari a 40 μg/m3, e nemmeno il numero massimo di 35 superamenti del valore di 50 μg/m3 sulla media giornaliera del PM10, consentiti dalla norma.
I livelli di IPA totali e di B(a)P nelle centraline del quartiere Tamburi – sempre secondo la relazione di Arpa Puglia – subiscono un netto decremento a partire da settembre 2012, analogamente al numero di superamenti di PM10. Per il BaP, anche nel 2014 non si supera il valore obiettivo pari a 1 ng/m3, e si registrano valori confrontabili nei diversi siti; per il 2015 sono disponibili solo medie annue parziali alla data del 12/04/16, su analisi dei filtri sino ad ottobre 2015. Le concentrazioni medie annuali di IPA totali risultano più elevate nella stazione di via Alto Adige rispetto a quelli della stazione di via Machiavelli.
Le concentrazioni di BaP registrate a Taranto appaiono comparabili, se non inferiori, a quelle rilevate nella maggior parte dei siti italiani in cui tale inquinante viene monitorato. La concentrazione del benzene mostra dal 2015 in via Machiavelli una diminuzione (per tale inquinante nel 2013 si registrava in questo sito un leggero incremento) e livelli stazionari in via Alto Adige; tali valori risultano molto al di sotto del valore limite annuale, pari a 5 μg/m3, con valori intorno a 1 μg/m3″. Si tratta sempre – è bene precisare – di informazioni tratte dal report annuale sul 2015 di Arpa Puglia.
La riduzione delle polveri sottili e degli inquinanti ha addirittura portato alcuni responsabili di Arpa e ASL a dichiarazioni rassicuranti circa la diminuzione di rischio per sanitario per i cittadini. Basti pensare a quanto affermato negli ultimi tempi da Giorgio Assennato, direttore di Arpa, e da Michele Conversano, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto. Proprio l’intervista a Conversano, pubblicata da InchiostroVerde nello scorso mese di dicembre, aveva suscitato forti reazioni in alcuni settori del fronte ambientalista (leggi qui). Eppure, l’obiettivo del sito era solo quello di fornire un ulteriore tassello nel mosaico della conoscenza, senza sposare in toto il punto di vista di alcuno.
Da un punto di vista analitico, comunque, tutto sembra fermo al 2012, anche se diversi studi sono attualmente in corso. È vero che abbiamo i dati recenti delle centraline Arpa, ma questi non sono stati ancora messi in relazione ai dati di incidenza di patologie e mortalità. Infatti, i dati Asl di mortalità si fermano al 2012 e quelli del registro tumori al 2011. Resta il dubbio che la diversa caratterizzazione chimica del PM che si diffonde sulla nostra città, proprio per la sua composizione, possa risultare più tossico di quello di altre città, come da anni Peacelink sostiene e come è riportato nello studio SENTIERI.
Non esistono, a quanto sappiamo, studi recenti, successivi al 2012 sulla caratterizzazione chimica del PM jonico e siamo in attesa di conoscere i risultati che il Progetto Jonico Salentino ci fornirà a breve, entro fine anno, proprio su questo aspetto, come stabilito dal cronoprogramma reperibile sul sito della Regione Puglia. I dati ci chiariranno i molti dubbi legati alla maggiore tossicità delle polveri sottili di Taranto e forse dissolveranno (o confermeranno) alcune paure.
Potremo sapere, per esempio, se le polveri hanno un effetto sugli embrioni di pollo o sulle cellule umane respiratorie. Sul progetto Jonico Salentino, coordinato dal prof. Assennato, vorremmo però proporre qualche spunto di riflessione. Ecco la lista, ricavata dal sito Regione Puglia (leggi qui), delle convenzioni da stipulare con alcuni enti di ricerca che supporteranno i vari progetti di indagini scientifiche:
1. Convenzione biennale con il Polo Scientifico Magna Grecia per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linee di intervento 1.4, 1.6, 1.7 e 1.9) che prevede l’utilizzo e la manutenzione della strumentazione analitica del laboratorio di chimica ambientale e del laboratorio mobile contente strumentazione ad alta risoluzione temporale di nuove generazione (XACT, ELPI, IPA tot) e della strumentazione analitica del laboratorio di chimica ambientale per due anni (150.000,00 €);
2. Convenzione biennale con Università degli Studi di Bari Aldo Moro per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.6) che prevede l’utilizzo e la manutenzione di strumentazione ad alta risoluzione temporale di nuova generazione quali URG, OPC, PBL e FMPS (25.000,00 €);
3. Convenzione biennale con Università del Salento (gruppo della prof.ssa A. Genga) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linee di intervento 1.4) che prevede il campionamento e analisi morfologica di campioni di PM10 raccolti nelle are di Brindisi, Taranto e Lecce (100.000,00 €);
4. Convenzione biennale con Università degli Studi di Bari Aldo Moro (gruppo del prof. D. Ribatti) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.9) che prevede la valutazione della tossicità del Particolato atmosferico attraverso test in vivo (modello della membrana corioallantoidea degli embrioni di pollo in ovo) (150.000,00 €);
5. Convenzione biennale con Università degli Studi di Bari Aldo Moro (gruppo della prof.ssa P. Corsi) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.9) che prevede la valutazione della tossicità del Particolato atmosferico attraverso test in vitro su colture cellulari di epitelio polmonare umano (A549)esposte al PM con strumento Cultex (150.000,00 €);
6. Convenzione biennale con Università degli Studi di Bari Aldo Moro (gruppo del prof. F. Silvestris) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.9) che prevede 1) valutazione del livello generale di metilazione del DNA, del livello specifico di metilazione e dei livelli di espressione genica (mRNA e miRNA ) su alcuni geni target in seguito ad esposizione di cellule epiteliali al PM con strumento Cultex, 2) valutazione delle alterazioni cellulari, tra cui modificazioni dell’espressione genica (mRNA e miRNA) e variazioni degli stati di metilazione del DNA, analizzando linfociti di sangue periferico di bambini (set di 16 geni identificati come biomarker diemotossicità associata alla esposizione a benzene e alle mutazioni genetiche legate all’esposizione a benzo(a)pirene) (150.000,00 €);
7. Convenzione biennale con Università degli Studi di Bari Aldo Moro (gruppo del prof. A. Vacca) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.9) che prevede la valutazione della tossicità del Particolato atmosferico attraverso test in vitro su linee cellulari umane di endotelio e di fibroblasti esposte al PM con strumento Cultex (150.000,00 €);
8. Convenzione biennale con Università del Salento (gruppo del prof. P Lionello) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.3) per la realizzazione 3 campagne di monitoraggio dei parametri micrometeorologici (18.000,00€);
9.Convenzione biennale con Università del Salento (gruppo della prof.ssa A. De Donno) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linea di intervento 2.1) per estensione delle attività previste nel progetto MAPEC –LIFE alle aree di Taranto e Brindisi (90.000,00 €);
10. Convenzione con ISS per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linee di intervento 2.1 e 2.2) per attività dibiomonitoraggio e valutazione del paniere alimentare (35.000,00 €);
11. Convenzione con ISS per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linee di intervento 2.1 e 2.2) per attività divalutazione del rischio (RiskAssessment) associato all’esposizione al radon (25.000,00 €);
12. Convenzione con Università degli Studi di Siena (gruppo della prof. I. Corsi) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linee di intervento 2.1) per attività di biomonitoraggio ambientale (100.000,00 €);
13. Convenzione con Università degli Studi di Milano per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linee di intervento 2.1) per attività di supporto al disegno epidemiologico, attività di biomonitoraggio di Benzene e IPA nei fluidi biologici e monitoraggio di FeNO nell’esalato; attribuzione di specifici valori di esposizione per la popolazione attraverso l’utilizzo di modelli di esposizione (240.000,00 €).
14. Convenzione con I.R.C.C.S “Saverio de Bellis” – Castellana Grotte (BA) per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 2 (Linee di intervento 2.2) per costruzione del paniere alimentare della popolazione dell’area jonicosalentina (15.000,00 €);
15. Convenzione biennale con Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, ISACCNR, U.O.S. di Lecce per collaborazione nell’ambito della realizzazione delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.6) che prevede l’utilizzo e la manutenzione di strumentazione ad alta risoluzione temporale di nuova generazione quali CPC e OPC (Osservatorio ClimaticoAmbientale) e un laboratorio mobile dotato di un sistema SMPS e di un OPC (49.000,00 €).
16. Convenzione biennale con Istituto di Ricerca Sulle Acque, IRSA CNR per collaborazione nell’ambito delle attività previste nella Macroarea 1 (Linea di intervento 1.) che prevede l’implementazione di una Spatial Data Infrastructure (95.000,00 €).
Tantissimo denaro per convenzioni con istituti, università ed enti di ricerca; denaro che forse poteva essere investito per far nascere a Taranto un vero polo di ricerca scientifica con laboratorio attrazzato a svolgere tutte le analisi ambientali del caso, considerando che l’emergenza a Taranto durerà ancora chissà per quanti anni. Considerando che le indagini non termineranno certo nel 2016, prevediamo che negli anni successivi sarà necessario rinnovare ancora nuove convenzioni, con enorme impiego di fondi spesi lontano dal nostro territorio. Ma qui entrano in gioco anche (e soprattutto) le responsabilità a livello politico e istituzionale. In certe sedi dovrebbe brillare la lungimiranza, soprattutto quando si è al cospetto di un’emergenza sanitaria come quella tarantina.
Tanti dati – si spera – potrà fornirceli anche il Centro Salute Ambiente dell’Ospedale Testa. Un centro di studi di epidemiologia e prevenzione costato diversi milioni di euro e che potrà avvalersi della collaborazione di tantissimi medici di medicina generale, specialisti, biologi, tecnici, infermieri (con contratti di collaborazione, per gli specialisti, fino a 92.000 euro per biennio) per portare avanti campagne di screening ed interventi diagnostici sulla popolazione e per fornirci dati epidemiologici aggiornatissimi.
Come vorremmo anche aggiornamenti sui dati dello studio sui Wind Days, recentemente portato alla pubblica attenzione tramite Peacelink, riferito fino al 2008 per i dati di mortalità e al 2012 (data ormai ricorrente) per i ricoveri. Inoltre, c’è da chiedersi: ma perché gli esiti di una ricerca così importante non vengono portati all’attenzione dei cittadini dagli enti preposti, a tempo debito, e invece restano parcheggiati su un sito internet per mesi interi?
Con le moderne tecnologie e la disponibilità di dati aggiornati praticamente in tempo reale grazie ai sistemi online del Servizio Sanitario regionale, c’è da sperare che non tardino gli aggiornamenti sull’incidenza di patologie e mortalità in relazione alle condizioni meteo anche degli anni successivi al 2012. Solo allora capiremo – con dati freschi alla mano – come si è evoluta la situazione da quel fatidico anno in poi.
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