Capita sempre più frequentemente, nelle riunioni di lavoro, in famiglia, tra amici e conoscenti o con il partner che ci si imbatta in qualcuno che, preso da proprie ansie, frustrazioni e aggressività, si lanci in offese, denigrazioni, rilevazione costante di mancanze e mai di pregi, in definitiva, qualcuno che tenti di atterrare la nostra autostima.
In questo contesto, considereremo costui (o costei), in senso benevolo, “il nemico” e vedremo come fare per stoppare la sua attività demolitoria e salvaguardare la nostra considerazione personale. Vi proporrò qui 5 piccole strategie, apparentemente semplici, banali, tuttavia molto efficaci per uscire indenni – anzi direi a testa alta –da qualunque attacco verbale messo in atto nei nostri confronti.
1) Evita di abbassare o deviare lo sguardo se il tuo interlocutore comincia ad attaccarti o a deriderti. Guardalo sempre dritto, negli occhi, anzi, ancora meglio se riesci a fissare il tuo sguardo in quella piccola parte compresa tra i due occhi e la fronte. Pare che questa occhiata abbia un potente effetto intimidatorio, tanto da venire definito “lo sguardo del potere”. Ma naturalmente va utilizzato solo in caso di necessità e con chi volete mettere a tacere perché abusa troppo della vostra benevolenza. In questo modo, comunicherete chiaramente all’altro il vostro valore e la vostra indisponibilità alla sottomissione.
2) Un’altra strategia importante da utilizzare, strettamente legata alla prima, è quella di mantenere una postura dritta e di controllare che le spalle non si incurvino istintivamente nel momento in cui si viene attaccati. Fate in modo che i polmoni respirino e obbligate le braccia a restare vagamente staccate dal vostro corpo. Imponetevi gesti ampi, ariosi, che indichino apertura e sicurezza personale.
3) E non incrociate mai le braccia. Questa posizione indica difesa, paura, nonché indisponibilità. Può assumere vari significati a seconda dei contesti ma in ogni caso è un gesto che vi fa perdere potere. Quindi, davanti a un demolitore evitate di mettervi sulla difensiva, perché finireste per fare il suo gioco.
4) Parallelamente, se il vostro cosiddetto “nemico”, chiunque esso sia, adotta questa stessa postura vuol dire che non è più ben disposto nei vostri confronti. Allora, una cosa che potrete fare per cambiare, anche di pochissimo, il suo stato d’animo e di conseguenza renderlo più accomodante e sensibile è di porgli, con molta scioltezza e apparente noncuranza, una penna, una matita, un foglio o fare in modo comunque che si trovi costretto a modificare la sua posa e ad aprire le braccia.
5) Il medesimo discorso vale se si incrociano le gambe. Anche queste, proprio come le braccia, comunicano all’interlocutore una posizione di chiusura, di protezione e quindi di timore, di disagio, di non professionalità e di non valore di sé. Istintivamente l’altro, davanti a questo segnale non verbale sarà portato a sopraffarci e se l’incrocio delle gambe avviene in conseguenza già di un primo attacco, verbale o non, ecco che il nostro “nemico” diventa ancora più tale, ampliando le sue invettive e rendendole sempre più energiche. Non vi resta, dunque, che porre particolare attenzione non solo a come spontaneamente siete indotte a posizionare le vostre braccia, anche a controllare le vostre gambe, in modo che risultino sempre ben piazzate, salde e comunichino una positiva e forte idea di voi.
Naturalmente, queste piccole strategie risultano valide sia per le donne che per gli uomini, perché tutti, indistintamente, possiamo trovarci, più o meno inaspettatamente, al cospetto di qualcuno o qualcuna che con il suo fare arrogante e poco accorto si diverta a sottometterci e toglierci il sorriso. Dimostrare dunque che ci sono dei limiti oltre i quali non è possibile andare e che sappiamo difendere la nostra identità e dignità può aiutarci notevolmente a costruire comunque relazioni positive, anche quando queste sembrano prendere una piega diversa.
Psicologa – Scrittrice
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