Turismo 2015: la provincia di Taranto cresce ma resta ultima in Puglia

Il turismo salverà Taranto? Difficile resistere alla tentazione di parafrasare la celeberrima frase di Dostoevskij. Una profezia a non breve scadenza, ma piuttosto concreta, se tutto andrà come prospettato nell’ultimo anno. Il rilancio del museo archeologico Martà, la realizzazione del museo dell’Arsenale militare, il concorso di idee per il centro storico antico di Taranto, il porto turistico Falanto, la bonifica del mar Piccolo. Progetti a medio/lungo termine in grado di dare una svolta reale ad un territorio incagliato sul naufragio di un’economia sino a ieri prettamente industriale, oggi incapace di dare risposte in termini di sviluppo e di occupazione.

“Diciamo che Taranto – afferma il presidente di Federalberghi provinciale, Angelo Basile- dopo la marina militare e il manifatturiero pesante , potrebbe vivere la sua terza rivoluzione industriale. L’ industria del turismo tuttavia non si può improvvisare, essa richiede visione sistemica, competenze, progettualità, strategie, ripensamento del modello d’offerta, sinergia tra pubblico e privato. Certamente la scarsa dotazione infrastrutturale penalizza Taranto e il suo territorio provinciale, ciò non toglie però che valorizzando al meglio l’offerta turistica si possano ottenere buone performance, senz’altro migliori di quelle attuali che, purtroppo, vedono la provincia di Taranto ancora in coda nell’andamento regionale degli arrivi e delle presenze dell’ultimo biennio, malgrado la crescita in termini percentuali degli ultimi cinque anni”.

La provincia di Taranto nel 2015 ha infatti registrato 267. 655 arrivi ( 914.051 Lecce, 903.740 Foggia , 786.901 Bari) e 1.058.455 presenze, quest’ultime ben distanti da Foggia e Lecce di oltre 3 milioni e dalle province di Brindisi e Bari di circa 700 mila unità. L’altro dato da evidenziare è quello di Castellaneta, meta-vacanze leader della provincia tarantina, che tra il 2014 e 2015 perde ben 6.388 arrivi e 54.973 presenze. Quanto al capoluogo, le performance negli ultimi due anni sono state leggermente in salita per gli arrivi , con una differenza di + 13.179, ma in discesa per le presenze – 10.623. I turisti che hanno scelto Taranto sono per oltre il 90% Italiani.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dati che ancora una volta confermano come per far crescere i flussi turistici non basti la passione e l’entusiasmo che contraddistinguono i tanti operatori – soprattutto economici e culturali- che negli ultimi due anni hanno animato il territorio con iniziative, alcune anche di buona qualità, dando vita ad eventi e manifestazioni in grado di richiamare flussi gente dai territori limitrofi. Uno degli obiettivi ai quali deve tendere un territorio che voglia proporsi seriamente sul mercato delle vacanze è attrarre i turisti e trattenerli, perché solo così è possibile aumentare le occasioni di spesa. Più è lunga la permanenza infatti, più cresce la spesa (bar, ristoranti, shopping, luoghi di divertimento, trasporti).

“In quest’ottica noi riteniamo che – afferma il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande – si debba intraprendere un percorso, con l’istituzione del Distretto del Turismo, che ci faccia recuperare il tempo perso e che ci consenta di attrezzarci per valorizzare al meglio la nostra offerta turistica, solo così potremo puntare ad una diversificazione delle fonti di reddito e di lavoro. Sul modello di quanto fatto dalle province di Lecce e Foggia, che hanno ritenuto di dover sostenere il comparto del turismo istituendo distretti turistici, siamo convinti che anche nella nostra provincia vada avviato un percorso simile. Tanto più che l’area di Taranto è oggetto del CIS, il Contratto Istituzionale di Sviluppo, finalizzato a definire e coordinare strategie utili allo sviluppo sostenibile e compatibile del territorio, e che negli interventi specifici del CIS Taranto, vi sono progetti a forte valenza turistica: Città Vecchia e l’Arsenale Militare”.

Anche l’assessore regionale al Turismo, Loredana Capone, venuta a Taranto per il primo incontro, propedeutico all’avvio dell’iter per il Distretto tarantino , convocato dal prefetto Umberto Guidato, si è dichiarata concorde con il progetto spiegando che che offrirebbe molteplici vantaggi che vanno dal sostegno ad attività e progetti di aggregazione e integrazione tra imprese turistiche alle misure di razionalizzazione e semplificazione amministrativa necessarie per favorire la competitività turistica, la valorizzazione delle aree, la riqualificazione delle attività del turismo e del commercio e tant’altro ancora. I distretti turistici possono altresì fruire di agevolazioni fiscali, amministrative e finanziarie, nonché di incentivi per la realizzare opere (come ad esempio gli approdi e porti turistici).

Insomma tante opportunità e vantaggi. Un percorso che deve essere implementato dalle reti di impresa, e che deve vedere le Organizzazioni, Federalberghi Taranto sta già lavorando su questo fronte, impegnate a svolgere un’azione di stimolo verso le imprese affinché si avvicinino a forme di collaborazione a rete sia di carattere orizzontale (imprese della stessa tipologia) che verticale (imprese di filiera: produzioni tipiche, cultura, tempo libero, etc). L’innovazione e la formazione sono gli altri aspetti sui quali si dovrà puntare per la crescita del settore, intraprendendo percorsi di collaborazione pubblico-privato.

Il Distretto del Turismo è chiaramente un passepartout per accedere alle opportunità per le aree dotate di tali strumenti. Insomma un percorso che potrebbe portare, se troverà il consenso e la fattiva collaborazione di tutti i soggetti interessati , in un arco di tempo ragionevolmente breve, alla firma del protocollo d’intesa propedeutico alla delimitazione e istituzione con decreto, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Distretto del Turismo dell’area di Taranto. La strada è lunga, l’auspicio è che tutte le componenti interessate ne comprendano l’utilità e che non ci si areni su inutili questioni.

CONFCOMMERCIO TARANTO

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