Ilva, Usb: “Lottiamo per la nazionalizzazione. Non siano lavoratori e cittadini a pagare”
Le notizie in merito all’acquisto o all’affitto di tutta o di parte dell’Ilva non sembrano rassicuranti. L’USB nazionale ha redatto un documento sulla questione che riportiamo integralmente.
Ci dicono che la Cassa Depositi e Prestiti, ente pubblico che raccoglie tutto il risparmio affidato alle Poste, abbia scelto come partner per rispondere al bando dei tre commissari governativi Erdemir, una società siderurgica turca di proprietà del fondo pensionistico dell’esercito turco Oyak, le cui caratteristiche non sembrano proprio rispondere ad ipotesi di salvataggio né tantomeno di sviluppo, senza considerare gli enormi investimenti necessari per il risanamento ambientale.
Questo gruppo al 31.12.2015 occupava 12.659 operai e 4122 tra tecnici e impiegati, che a marzo del 2016, erano diminuiti di 154 unità. Inoltre ha uno stabilimento di produzione in Romania e uffici commerciali a Singapore. Anche Arvedi, il terzo della cordata, non gode di una situazione finanziaria brillante.
Chiaro che per noi nessuna soluzione di vendita/affitto a privati porterà benefici né ai lavoratori né ai cittadini di Taranto. Tanto più, dopo aver visto questi dati, non capiamo proprio per quale ragione la cassa Depositi e Prestiti abbia deciso un’alleanza con questo gruppo, prevedendo d’investire in quest’affare i soldi dei risparmiatori postali, in massima parte pensionati, mentre capiamo benissimo le ragioni dei Turchi: entrare in una grande azienda, acquisirne i clienti, e per il resto si vedrà!
Un resto tanto più vantaggioso considerato che con l’ultimo decreto del 9 Giugno, il 10° per l’ILVA, non solo si è decisa un’ennesima proroga di 4 mesi per la messa a norma, ma il Governo Renzi ha concesso una sostanziale immunità penale e/o amministrativa non solo per l’attuale commissario ma anche per il futuro affittuario/ acquirente, violando così i principi basilari del diritto e della nostra Costituzione, con una chiarissima violazione dei diritti umani, primo fra tutti quello alla salute. Vogliono disfarsi della fabbrica senza aver risolto il problema della messa a norma degli impianti e per questo incentivano i privati liberandoli da ogni problema con l’immunità Penale!
Alla faccia del risanamento, dell’AIA, delle prescrizioni del Tribunale e delle malattie e morti che ogni anno aumentano a causa delle emissioni inquinanti. Alla luce di quanto sopra, cosa poteva uscire dal l’incontro odierno tra Fiom, Fim, Uilm e il ministro Calenda? Solo una generica rassicurazione che il governo non cederà l’ILVA senza garanzie. Ma come? Avete già deciso l’immunità per i futuri padroni. E poi dichiarazioni sull’impossibilità della nazionalizzazione, cosa che certamente non avranno chiesto Fiom, Fim, Uilm .
Sarà stato un mettere le mani avanti rispetto a questa parola d’ordine da sempre cavallo di battaglia di USB? Sarà stata la paura che nelle assemblee di questi giorni USB raccolga consensi unanimi di fronte alla proposta di sciopero dell’intero stabilimento proprio per ribadire che non sopportiamo ulteriori ritardi né per il risanamento né per le garanzie occupazionali? Cassa Depositi e Prestiti ed il Governo pensino bene a quello che fanno. Non lasciamo che ancora una volta siano i lavoratori e i cittadini a pagare, lottiamo per la nazionalizzazione.