“Se non si individueranno altre forme di contrasto della Xylella questo folle piano ricomincerà a distruggere il nostro territorio a cominciare da zone “pregiate” della nostra amata Puglia come Ostuni o Fasano. Emiliano non faccia l’errore di Vendola, dal momento che l’Ue non ha mai dato l’obbligo di estirpare gli ulivi ma si tratta di una decisione venuta dal governo nazionale e da quello regionale come confermato dall’ultima sentenza della Corte Europea, si proceda ad individuare misure alternative e meno pesanti per raggiungere l’obbiettivo del contenimento senza danneggiare irreversibilmente le comunità locali.” lo dichiara il consigliere agronomo Cristian Casili vice presidente della commissione Ambiente in Regione Puglia.
Casili parla di “pantomima inaccettabile” da parte di Bruxelles, del ministro Martina e degli organi regionali dal momento che, la mancanza di dati scientifici precisi sui vettori e di un nesso di casualità tra Xylella e disseccamenti degli ulivi, rende la decisione di “sradicare” “totalmente inutile ed infondata.Anche i monitoraggi al fine di individuare nuovi focolai di infezione sono inefficaci data la difficoltà di individuazione dei punti di infezione sulla pianta e la lentezza di colonizzazione dei vasi xylematici da parte del batterio.”
La Corte di Giustizia dell’UE, secondo il consigliere pentastellato, non ha preso in considerazione questi aspetti e quelli emersi chiaramente dall’indagine della Procura di Lecce, e qualora il TAR del Lazio dovesse confermare la sentenza europea gli abbattimenti, come già è avvento nel nefasto Piano Silletti, interesseranno gli ulivi infetti e tutte e piante sane nel raggio dei 100 metri. “Ad essere interessati saranno i territori della zona cuscinetto che interessa oggi i territori della provincia di Taranto e Brindisi. – prosegue Casili che poi si rivolge direttamente al Presidente della Regione – Emiliano deve capire in fretta che non possono esserci misure compensative ed indennizzi a ristoro dei soggetti colpiti dalla mannaia dell’estirpazione, e ci auguriamo che ciò non accada perché a Ostuni o Fasano, tanto per fare qualche esempio, non accetterebbero mai di barattare per un piatto di lenticchie la desertificazione di un paesaggio cucito sull’ulivo.
Ad Emiliano consiglio di lasciare perdere le chiacchiere come la promessa di salvaguardare gli alberi monumentali, o di rilanciare un tipo di agricoltura differente nelle aree colpite se già la nostra di agricoltura sta muovendo e non certo per la Xylella. Sono mesi che chiediamo con forza un coinvolgimento allargato del mondo della ricerca, un approccio sistemico e multidisciplinare che valuti ogni singolo tassello di un complesso mosaico di fattori. Il Governo regionale non può stare a guardare dalla finestra la distruzione del suo territorio, intimidita da procedure di infrazione e dal ricatto di aver diffuso un patogeno oggi già presente in altre zone d’Europa proprio per colpa degli stessi organi europei – conclude il consigliere salentino – che da anni sono responsabili e complici dell’importazione di materiale vivaistico dalle zone infette di più continenti”.
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