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Ilva, D’Amato (M5S): “Renzi completa album degli insulti ai tarantini”

Chi compra l’Ilva sarà un cittadino, italiano o straniero (poi capiremo) che grazie ai fondi della cassa Depositi e Prestiti sarà al di sopra della legge. Renzi e il suo Governo, dopo la batosta elettorale naturalmente sminuita dagli interessati, completano l’album degli insulti alla gente di Taranto, che chiede salute e invece ottiene veleno. Oggi e domani, solo veleno.

Chi compra Ilva potrà riformulare il piano ambientale (per noi inutile, figurarsi nelle mani di chi acquista cosa potrebbe essere). Chi compra Ilva potrà applicare l’Aia (autrorizzazione integrata ambientale) con rinnovata e prorogata calma (2019). E, dulcis in fundo, chi compra Ilva potrà anche violare la legge e in alcuni casi farla franca d’ufficio.

“…. ai fini della valutazione delle condotte strettamente connesse all’attuazione dell’A.I.A. e delle altre norme a tutela dell’ambiente, della salute e dell’incolumita’ pubblica. Le condotte poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilita’ penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati, in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell’incolumita’ pubblica e di sicurezza sul lavoro…”

Così recitava, in sostanza, uno degli ultimi decreti salva Ilva, quello del gennaio 2015, a chiara tutela dei traghettatori Ilva nominati da Renzi. Il nuovo decreto, che entra in vigore oggi (DL 9 giugno 2016, n. 98 Disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA – GU Serie Generale n.133 del 9-6-2016) prevede al comma 6, l’aggiunta delle parole “E dell’affittuario o acquirente” dopo le parole “del commissario”.

Dunque, il decimo decreto salva Ilva del Governo Renzi estende l’immunità a chi comprerà le acciaierie Ilva, nell’esercizio delle azioni rivolte all’applicazione dell’Aia. Chi compra Ilva non avrà responsabilità penale o amministrativa. Un nuovo insulto alla città avvelenata. Questo decreto cerca di tamponare la falla aperta in Europa sugli aiuti di Stato, imputando all’amministrazione straordinaria dell’Ilva i 300 milioni e spostando a data da destinarsi altri 800 milioni. Infine la questione bonifiche, argomento molto spinoso e su cui aleggia incertezza: dovremmo aspettare di conoscere i piani dell’acquirente per comprendere su quali beni immobili sarà confermato l’onere reale dei costi di bonifica, cioè una delle certezze del principio di chi inquina paga
Rosa D’Amato – Portavoce M5S al Parlamento europeo
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