Anoressia e bulimia: quando la voglia di dimagrire diventa ossessione

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Quello dei Disturbi del Comportamento Alimentare è un tema particolarmente complesso in quanto non coinvolge solo la sfera relativa al cibo e alla alimentazione, ma in primis quella psichica. Non basta essere magrissima per etichettare una donna come anoressica, come non basta pensare al vomito compensatorio dopo una abbuffata per diagnosticare una bulimia. La matrice dei Disturbi del Comportamento Alimentare è squisitamente psicologica, al punto che quando mi capita di incontrare individui con disturbi di questo tipo, sono subito schietta nel dire loro che qualsiasi percorso possa intraprendersi insieme, senza il supporto di uno psicoterapeuta, falliremo inevitabilmente.

Per definizione, i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I più noti sono l’Anoressia e la Bulimia. Mentre la prima si caratterizza per la restrizione dell’alimentazione, la seconda per crisi bulimiche, cioè ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangi, accompagnata poi da vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento ponderale, intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.

Ci sono criteri ben precisi che definiscono i DCA, tutti chiaramente delineati nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), ragion per cui non bisogna essere leggeri e affrettati nel fare diagnosi, benché quadri che ricordino i DCA o anche situazioni borderline e sottosoglia siano spesso comuni e meritino sempre l’attenzione di genitori ed educatori perché non sfocino in un DCA conclamato.

Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona; sembra che tutto ruoti attorno al cibo e, nel caso specifico di anoressia e bulimia, alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali, diventano difficili e motivo di forte ansia, persino il ritrovarsi con gli amici per andare a mangiare una pizza. Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di anoressia o bulimia è l’alterazione della propria immagine corporea che può giungere a configurarsi in un vero e proprio disturbo.

La percezione che la persona ha del proprio aspetto, ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale. La valutazione di sé stessi dipende in modo eccessivo dal peso e dalla forma del proprio corpo. Spesso accade che una personalità fragile emotivamente, con un vissuto personale e familiare complesso, sfoci in un DCA in seguito a una dieta ipocalorica volta al calo ponderale in quanto in sovrappeso.  Benchè si siano persi molti chili, chi soffre di anoressia o bulimia avrà sempre la percezione di non essere abbastanza snella anche se si è ormai emaciate e deperite. Ci si continuerà a percepire sempre nella stessa situazione ponderale di partenza, cioè in sovrappeso. In questo senso rende bene l’idea della dispercezione corporea il video seguente: https://www.youtube.com/watch?v=Ab57SSLCF6I

Accanto ad Anoressia e Bulimia, i cui tratti peraltro possono confondersi e spesso accade che esistano anoressie con comportamenti bulimici o che l’una si alterni all’altra nella stessa persona, vi sono dei disturbi alimentari poco noti e soprattutto sottovalutati che stanno prendendo piede a macchia d’olio. Nel prossimo articolo approfondiremo la Vigoressia e il Disturbo da binge-eating (noto anche come disturbo da alimentazione incontrollata).

irisDott.ssa Iris Zinzi

Dietista nel team dell’ambulatorio di Nutrizione Clinica, I.R.C.C.S. De Bellis, Castellana Grotte (Ba).

 Biologa nutrizionista, libero professionista, Taranto.

 

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