Ad oltre due anni dal suo approdo al Senato, e dopo l’approvazione dello scorso 27 aprile da parte della commissione Sanità, il disegno di legge Lorenzin sulla riforma degli Ordini e le sperimentazioni cliniche si appresta ad iniziare il suo ultimo passaggio parlamentare a Palazzo Madama prima del suo invio alla Camera.
E’ in svolgimento infatti in queste ore al Senato, lo studio del disegno di legge 1324 concernente varie misure in ambito sanitario dove nell’articolo 4 si parla dell’istituzione di due nuove figure professionali, quella dell’osteopata e del chiropratico, che diventano a tutti gli effetti professioni sanitarie. Gli osteopati avranno anche un apposito albo all’interno del neo Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Dopo 30 anni dall’arrivo dell’osteopatia, anche l’Italia come il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, il Portogallo e la Svizzera si appresta a riconoscere la figura dell’ospetopata. Una figura nata più di cento anni fa negli Stati Uniti che in poco tempo si è diffusa in tutto il mondo.
“L’osteopatia non si è mai posta come medicina alternativa a quella ufficiale, ma complementare alla stessa– afferma Giuseppe Rochira, osteopata tarantino -. Viene utilizzata per curare i disturbi di tipo funzionale e se questo provvedimento dovesse arrivare a diventare legge, sarebbe una cosa positiva anche per il sistema sanitario nazionale che è al collasso perché andrebbe a sfoltire la fila dei pazienti che si rivolgono ai medici di famiglia che sono circa il 40-50%. Pazienti affetti da disturbi di tipo funzionale che di solito effettuano un numero sempre più crescente di esami diagnostici che si rivelano superflui nell’individuazione del disturbo. Ciò non vuol dire che ci sostituiremmo a loro, ma di sicuro ci potrebbe essere una collaborazione e quindi una ripartizione di problematiche”.
Oggi molti medici di famigli a non conoscono direttamente l’osteopatia, anche perché non viene ancora vista come un qualcosa di ufficiale.
“Il numero dei medici di famiglia che mandano i pazienti dall’osteopata è in aumento o perché ne hanno sentito parlare indirettamente da altri pazienti o perché ne hanno toccato con mano l’efficacia – continua Rochira -. Con il riconoscimento avrebbero la garanzia di inviare i propri pazienti da figure certificate e che hanno seguito un percorso formativo con degli standard elevati. Il cammino dell’osteopatia in Italia non ha vita facile, ancora. Nonostante ormai siano in molti ad esercitare, nonostante l’osteopatia sia ben inserita nel tessuto sociale, nonostante ci siano sempre più realtà sanitarie che utilizzino gli osteopati nella propria équipe (uno per tutti l’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze che utilizza l’osteopatia su neonati e bambini ottenendo eccellenti risultati), ci si trova davanti un grande ostacolo. In primis una sorta di ostruzionismo da parte della categoria dei fisioterapisti.
A differenza degli altri paesi, in Italia i fisioterapisti vorrebbero che l’osteopatia non fosse una laurea a sé, quanto una specializzazione del corso di fisioterapia o medicina – conclude Rochira -. Nonostante io sia un fisioterapista, riconosco che l’osteopatia è una professione a se stante nel resto del mondo e farla diventare una specializzazione ne snaturerebbe il suo profilo professionale oltre che la sua storia”.
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