Il 25 aprile 1945 alcune fra le principali città d’Italia insorgono contro l’occupante nazifascista: è la Liberazione! A distanza di 71 anni da quei fatti è importante non solo coltivare la memoria storica, ma anche attualizzare il significato di quell’evento. La Resistenza è stato un grande movimento di popolo, a cui hanno preso parte contadini e intellettuali, operai e sacerdoti, tante donne e tantissimi giovani. Nella lotta per la libertà e per la dignità della nazione, sono risorti i legami di solidarietà e di comunanza che il fascismo aveva provato a dissolvere.
Mussolini e i suoi sono arrivati al potere distruggendo tutti gli spazi di autonomia e di organizzazione costruiti nei decenni precedenti dalle componenti più avanzate della società italiana: le camere del lavoro, le leghe contadine, le case del popolo, le riviste e i circoli culturali d’avanguardia. Il fascismo ha fatto il deserto, con un solo obiettivo: affermare l’interesse dei grandi industriali e proprietari terrieri.
A un certo punto, Mussolini ha prospettato a questi gruppi una grande opportunità di affari: la guerra. Così il popolo italiano è stato trascinato in un conflitto atroce: centinaia di migliaia di nostri connazionali, i nostri padri e i nostri nonni, hanno combattuto, sono stati feriti o sono morti, nei deserti d’Africa e nelle steppe gelate della Russia, sui monti della Grecia e nel mar Mediterraneo. Un’intera generazione segnata profondamente da un trauma indelebile.
Anche oggi sul mondo soffiano venti di guerra, che i nostri governi continuano ad alimentare. Quegli stessi governi che, con leggi ingiuste, minano alle fondamenta i nostri diritti e le nostre libertà, aprendo la porta a pericolose derive xenofobe e nazionaliste che potrebbero trascinarci verso nuove tragiche avventure.
Oggi compito degli antifascisti è combattere le condizioni che, in ogni tempo, alimentano il fascismo: la mancanza di prospettive economiche e la disgregazione sociale, la fame di profitti dei grandi gruppi di interesse e l’accentramento del potere nelle mani di pochi. Lavoro, reddito, welfare, cultura, democrazia sono gli antidoti più potenti contro la barbarie fascista. Costruire legami e spazi di condivisione è il solo modo per condurre una lotta efficace e riappropriarci del nostro futuro. Oggi come 71 anni fa, la Storia è nelle mani del popolo. Per festeggiare insieme il giorno della Liberazione, ci vediamo lunedì 25 aprile, alle 11:30, al circolo Impastato (via Siracusa, 24).
Nota stampa del circolo “Peppino Impastato di Taranto”
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