Ilva, i “Genitori Tarantini” scrivono al prefetto di Taranto
Ieri, il gruppo “Genitori Tarantini” ha inviato una lettera al Prefetto di Taranto, dott. Umberto Guidato, nella speranza che lo stesso ponga l’attenzione dovuta alle problematiche ambientali e alle emergenze sanitarie che vive l’intero territorio ionico. “Il richiamo alla prima parte della Costituzione italiana – si legge in una nota stampa – indica le violenze perpetrate ai danni della provincia e di tutti i suoi abitanti grazie a decreti legge che non tengono in considerazione le priorità di un intero popolo, in quanto mirati solo a non troppo chiari interessi nazionali”. I Genitori tarantini concludono la missiva con la richiesta di un incontro per confrontarsi e valutare una eventuale collaborazione tra cittadini ed istituzioni. Di seguito, il testo integrale della missiva.
“Signor Prefetto di Taranto,
il libro della Costituzione italiana, nella parte che riguarda i “principi fondamentali”, è la cosa più bella che mai mente abbia potuto pensare e mano scrivere. E’ talmente bella e perfetta che mai si potrà modificarne una parte, addirittura anche una sola parola. Viene intitolata “Principi fondamentali” perché da questi articoli nasce e si sviluppa l’intera Nazione, come solide fondamenta di una casa preziosa. Sono solo 12 articoli, nei quali spesso si richiamano i doveri che la Repubblica italiana ha nei confronti dei cittadini tutti.
Nell’articolo 2, la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Nella prima parte dell’articolo 3, si dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. L’articolo 9 ci spiega che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. In più, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
E, per finire, nell’ultimo articolo, il dodicesimo, la Costituzione ci ricorda che la bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. Una bandiera, Signor Prefetto, non è solo un simbolo atto a fare riconoscere una nazione; è qualcosa di più. E’ appartenenza, senso di comunità e di solidarietà. E’ composta, si legge, da tre bande verticali di eguali dimensioni. E’ qualcosa che valorizza ancora di più i precedenti articoli. Non avrebbe avuto senso, altrimenti, inserirlo tra i fondamentali principi, non crede?
Signor Prefetto, a Taranto quella bandiera non ha più tre bande di eguali dimensioni e non ha più quei tre colori che tutti conosciamo, sporcata come tutti i tarantini da polveri velenose che ne hanno mutato i colori, ne hanno nascosto l’alto significato simbolico. Gli articoli che abbiamo voluto ricordare vengono quotidianamente, da anni, disattesi proprio da chi ne dovrebbe tutelare la credibilità e dirigere la propria attività verso il rispetto di questi.
Nove decreti legge hanno sotterrato sotto polvere ferrosa il lavoro della Magistratura tarantina che tentava solo di fare rispettare le vigenti normative. Nove decreti legge hanno ucciso la dignità, a parte la salute, dei tarantini. Nove decreti legge hanno indegnamente ostacolato quella tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico, anteponendo l’interesse di pochi a scapito dell’intera Comunità tarantina. Nove decreti legge hanno offeso, forse in maniera definitiva, la dignità di una tra le più antiche e belle città dell’Italia intera. Un accanimento inconcepibile, insopportabile! La realtà di Taranto non è solo il de profundis di una gloriosa città. La realtà ci presenta morti, malattie e disoccupazione galoppante. Morti, malattie e disoccupazione a norma di legge.
La cecità di chi governa la nostra nazione presenta un conto troppo salato, un conto che la Comunità tarantina non è più disposta a pagare. Le forzature alle quali la nostra città è stata costretta sanno di demoniaco.
In qualità di rappresentante del Governo, La invitiamo ad agire per il bene della Provincia che è stato chiamato a tutelare. Le chiediamo un incontro per considerare insieme le criticità del territorio. Lo chiediamo da semplici cittadini, da genitori e da figli di Taranto a Lei, unica vera appendice dello Stato nella nostra provincia”.