Un italiano su cinque non indossa le cinture di sicurezza

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A 28 anni dall’introduzione dell’obbligo di legge, un italiano su cinque quando guida l’automobile non indossa le cinture di sicurezza. Il dato diffuso dalla Fondazione per la Sicurezza Stradale dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), è di quelli scioccanti ed è emerso da un’indagine svolta in collaborazione con l’istituto Ipsos. Tale malcostume sale addirittura a oltre il 50 per cento dei casi se chi sale a bordo si accomoda sui sedili posteriori. Nello specifico, al sondaggio, realizzato su un campione rappresentativo della popolazione, ben il 20 per cento degli italiani ha dichiarato di non allacciare abitualmente le cinture quando è in automobile, con percentuali decisamente superiori per quel che riguarda i tragitti brevi e le aree urbane, ritenute a torto meno pericolose.

Il mancato impiego dei sistemi di ritenuta sale percentualmente in maniera notevole se riferito ai passeggeri posteriori: in media interessa il 52 per cento degli italiani, con punte del 60 nelle aree del Centro Italia e a Roma. Al riguardo, è giusto il caso di ricordare che per la giurisprudenza il guidatore può essere ritenuto corresponsabile per le eventuali lesioni o per la morte dei passeggeri trasportati e provocate da un incidente, se questi non indossavano le cinture.

Sui dati della ricerca Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione ANIA, sottolinea: ”La fotografia che ricaviamo dalla nostra indagine è piuttosto preoccupante. Le cinture sono sistemi di sicurezza importantissimi anche in ambito urbano, fondamentali per salvare vite umane ed evitare gravi lesioni in caso di incidente. Occorre sottolineare che, secondo i dati Aci Istat del 2014, in area urbana si registra oltre il 75 per cento degli incidenti che causa il 44,5 per cento dei morti e il 71,8 dei feriti totali. Parliamo di 1.505 vittime e 180mila feriti sulle strade delle nostre città nel solo 2014”.

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E’ scaduto venerdì scorso, 15 aprile, l’obbligo di circolare con pneumatici invernali o catene a bordo. La norma è comune a tutte le ordinanze che regolano la circolazione con dotazioni invernali, in vigore ogni anno dal 15 novembre al 15 aprile e riguarda tutta Italia salvo estensioni temporali. Assogomma ricorda che questa omogeneità temporale fu introdotta dalla Direttiva Ministeriale del 16 gennaio 2013, per fare ordine sull’argomento. Nella nota viene anche sottolineato che se l’automobilista decide di circolare ancora con pneumatici invernali è importante che si preoccupi di controllare se il codice di velocità delle gomme è inferiore a quello segnato sulla carta di circolazione. Nel ”periodo stagionale di riferimento”, cioè dal 15 novembre al 15 aprile, è consentito l’uso di pneumatici invernali anche con codici di velocità inferiori rispetto a quelli riportati in carta di circolazione, fino a Q (160 km/h). Ma come ha chiarito il Ministero dei Trasporti, con la circolare numero 1049 del 17 gennaio 2014, chi monta pneumatici di tipo M+S, con codice di velocità inferiore a quanto indicato in carta di circolazione, può viaggiare in queste condizioni solo dal 15 ottobre al 15 maggio, con un mese di tolleranza prima e dopo.

L’eventuale infrazione può comportare – ribadisce Assogomma – non solo significative sanzioni pecuniarie, ma anche il ritiro della carta di circolazione e l’invio in revisione del veicolo. Gli automobilisti che montano pneumatici marcati M+S con le stesse caratteristiche prestazionali riportate a libretto o addirittura superiori, hanno tutto il tempo di fare il cambio gomme in quanto non hanno limiti temporali d’impiego. ”E’ sempre bene circolare con pneumatici idonei e specifici per il periodo stagionale di riferimento – afferma Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma – Così facendo si circola più sicuri e si ottimizzano i consumi di carburante e dei pneumatici stessi”.

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Si chiama Morpho ma qualcuno, scoprendone già l’esistenza su alcune strade di Dubai, l’ha efficacemente ribattezzato “VedoTuttor”. Questa definizione spiega con grande efficacia le capacità di questa nuova generazione di strumenti di controllo della circolazione, solo lontano parenti dei nostri Tutor o delle telecamere di sorveglianza degli incroci. Morpho è davvero capace di trasformarsi – in tempo reale – moltiplicandosi in numerosi apparecchi di controllo e sanzionamento automatico delle infrazioni: si va dal superamento dei limiti di velocità, differenziati però per tipologia di veicolo (ad esempio per le miniauto o per i ciclomotori, che quasi dovunque hanno limiti differenti rispetto alle auto) fino al passaggio con il rosso o ancora al sorpasso in zona vietata.

I diversi occhi elettronici di Morpho leggono istantaneamente le targhe, le confrontano con le liste dei veicoli rubati o di quelli privi di copertura assicurativa, ma possono anche valutare in un tratto di strada molto esteso la traiettoria dell’auto o della due ruote, sanzionando manovre vietate, superamenti delle linee di segnaletica orizzontale nella zona dell’incrocio e perfino il non rispetto della distanza di sicurezza. Tecnicamente questo ‘supercop’ delle strade urbane è inoltre in grado di accorgersi se si compie una svolta, a destra o a sinistra, che non è permessa, se viene fatto un sorpasso a destra dove non è permesso e se viene occupata, anche per breve tratto, una corsia riservata.

Fabbricato il Francia dal colosso della sorveglianza elettronica Safran, Morpho – si legge su Auto Plus – è in fase di omologazione da parte del Governo francese che dovrebbe installarlo, nell’ambito delle 55 misure prese dal Consiglio interministeriale sulla sicurezza stradale (CISR), in una serie di punti ‘neri’, caratterizzati cioè da alta  sinistrosità in ambito urbano e sulle strade a scorrimento veloce. (Fonte notizie Ansa)

fabiana di cuiaA cura di Fabiana Di Cuia, laureata con lode in Scienze della Comunicazione  – Giornalista – Insegnante ed istruttore di scuola guida

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