Ilva, Bentivogli (Fim Cisl): “Taranto non diventi Bagnoli 2”

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“Taranto non diventi Bagnoli 2” . Il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli riporta l’attenzione sulla siderurgia italiana e la questione ambientale con un lungo intervento sulle pagine dell’Unità ripercorrendo la storia delle due aree industriali di Bagnoli e Taranto.

«Taranto e Bagnoli – dice il sindacalista – hanno molti punti in comune: sono nel Sud e sono aree a grave rischio ambientale.  Bagnoli è stato un capolavoro del benaltrismo italiano che ha portato un’area ad alto impatto ambientale ad un deserto di inquinamento, camorra e disoccupazione.  Dopo 28 anni, fatti di mille piani di riqualificazione dell’area, finalmente la scorsa settimana si arriva ad un piano. Una sfida in cui le istituzioni devono saper collaborare, a tutti i livelli e non ricercare visibilità nello scontro e nella polemica che in Italia distrugge tutte le speranze. A fronte dell’iniziativa del Governo,  dopo 28 anni di disimpegno – precisa il sindacalista – il sindaco di Napoli, come hanno fatto anche molti politici tarantini, non ha saputo fare altro, purtroppo, che replicare questo vecchio schema.  È una questione di cultura istituzionale. Le istituzioni, anche locali, hanno non la facoltà, ma il dovere di gestire i problemi e trovare le soluzioni.  Mi sono stufato – dice Bentivogli – di trovarmi in tutte le vertenze industriali, le istituzioni locali che ci appoggiano con posizioni oltranziste, dimenticando che spesso la loro azione  è stata la concausa di molte crisi».

Continua Bentivogli: «Anche a Taranto dal 1971 si manifesta per l’ambiente. Uno scontro che, diversamente dal resto del mondo, ha dato visibilità ai contendenti e fatto litigare ambiente e acciaio a spese di lavoratori e cittadini.  Per questo abbiamo sostenuto, come avviene in tutto il mondo, che va responsabilizzato chi ha prodotto inquinando senza far pagare le persone oltre che con l’inquinamento con la disoccupazione. Ecco – conclude nel suo intervento il sindacalista – Bagnoli e Taranto hanno in comune: una classe politica locale golosa di contrapposizioni perché è l’unico paravento alla loro irresponsabilità di gestione, perché nasconde quanto avrebbero dovuto fare e non hanno mai saputo né voluto fare».

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