Ilva, documento Ue: ok agli aiuti ma solo per l’ambiente

La Commissione Ue «non intende opporsi ad eventuali azioni immediate che le autorità italiane ritengano necessarie e urgenti per tutelare la salute dei cittadini (…) nella città di Taranto». Il finanziamento «delle spese per gli interventi di decontaminazione del sito dell’Ilva e delle aree circostanti» non è da considerarsi aiuto di Stato illegale. Così il rapporto inviato il 20 gennaio scorso all’Ue che avvia la procedura per «Presunti aiuti di Stato illegali» all’Ilva. Il documento – visionato dall’ANSA – sarà pubblicato a breve nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Il documento analizza tutte le misure adottate dal Governo per il salvataggio dell’Ilva negli ultimi anni. Come già noto sotto la lente della Commissione ci sono i fondi dei Riva (1,2 miliardi) attualmente sotto sequestro e bloccati in conti svizzeri, i 156 milioni conferiti da Fintecna a Ilva, i 400 milioni di euro previsti dal decreto Salva-Ilva e gli 800 milioni previsti dalla legge di Stabilità. Nelle argomentazioni della Commissione riportate nel rapporto, fino a poco tempo fa rimasto riservato, ci sono osservazioni inedite che riguardano sia le azioni di risanamento ambientale sia la procedura di cessione dell’Ilva attraverso una gara pubblica attualmente nella fase di due diligence.

Se da una parte la Commissione afferma che «alla luce dell’emergenza ambientale e sanitaria (…) che caratterizza la città di Taranto» sono ammessi finanziamenti per «interventi urgenti e necessari», in attesa che «venga individuato il responsabile dell’inquinamento»; in un altro punto la Commissione scrive che «Ilva non risulta ammissibile agli aiuti ambientali (…) configurandosi come impresa in difficoltà». Quanto alla gara in corso per la cessione ai privati del gruppo Ilva, la Commissione avverte che chi vincerà la gara rischia di dover restituire eventuali finanziamenti se questi saranno considerati aiuti di Stato illegali.

«L’acquirente dei beni e degli attivi di un’impresa che ha ricevuto aiuti di Stato (…) può essere chiamato a restituire tali aiuti» si legge nel documento. Preoccuperà i sindacati il passo in cui la Commissione osserva che il fatto di preferire (nella scelta dell’acquirente del gruppo Ilva) «l’azienda che garantirà la continuazione» della produzione e i «posti di lavoro», come previsto dal bando, questo aumenta il rischio di dover, eventualmente, restituire gli aiuti di Stato ricevuti, perché i due elementi aumentano «il rischio di continuità fra l’Ilva e la potenziale futura impresa acquisita che gestirebbe in futuro i suoi attivi».

Eurofer attacca: sono aiuti di Stato – “La Commissione considera” le misure adottate dall’Italia a favore dell’Ilva “probabilmente aiuti di Stato (…)”. Così il Direttore Generale di Eurofer, Axel Eggert, in una lettera datata 31 marzo e visionata dall’ANSA, informa il direttivo dell’associazione delle imprese siderurgiche europee della posizione della Commissione Ue su presunti aiuti di stato dell’Italia all’Ilva. Eurofer è fra i soggetti che hanno fatto ricorso alla Commissione determinando l’avvio della procedura contro l’Italia.

La procedura per presunti aiuti di Stato all’Ilva è’ stata avviata nel 2014 da due “imprese concorrenti che desiderano che la loro identità non venga divulgata” (così la lettera della Commissione al Governo italiano). Secondo indiscrezioni potrebbero essere la tedesca Tyssenkrupp e la britannica Tata Steel. Contro le misure adottate dall’Italia per salvare e rilanciare la prima acciaieria d’Europa sono arrivate poi le denunce formali della Wirtschaftsvereinigung (la federazione tedesca dell’acciaio) e quindi di Eurofer (associazione europea della siderurgia).

La British Steel Association “ha espresso il proprio sostegno ai due denuncianti”. Nella sua lettera Eggert avverte il suo direttivo: la Commissione “ritiene che non vi sia alcuna base per ritenere gli eventuali aiuti di Stato all’Ilva compatibili” con le deroghe “di cui all’art. 7 del trattato” fondativo dell’Unione (TFEU). Un altro passaggio del documento Ue evidenziato Eggert è il seguente: “L’Ilva non risulta ammissibile agli aiuti ambientali (…) in quanto impresa in difficoltà” in ossequio alle Linee guida europee sui Salvataggi e le Ristrutturazioni. Il documento Ue – informa ancora la lettera – sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale europea a metà aprile.

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