Cambiare il mondo a partire da se stessi – Elisa Albano
Appare scontato e banale oggi dire o sentirsi dire, ancora una volta: “se vuoi cambiare il mondo comincia da te stesso”. Lo predicava già Mahatma Gandhi con la frase: “Devi essere tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”. Ma nonostante questo lo si sappia a livello teorico, viene da chiedersi: lo abbiamo mai fatto? Abbiamo mai veramente provato a divenire quelle persone che avremmo voluto trovare sul nostro cammino? Quegli amanti, quei fratelli, quei figli, quei genitori, quegli amici che vorremmo avere accanto ogni giorno della nostra vita?
Abbiamo mai provato veramente a osservarci, conoscerci e metterci alla guida dei nostri pensieri e delle nostre apprensioni per dirigerle verso il punto in cui davvero vorremmo andare? O continuiamo a vivere a caso, a reagire a caso o meglio seguendo solo le nostre istintività dettate da tutto ciò che ci sembra non andare? Infondo, l’energia che si investe, sia che ci si diriga verso il bene, sia proprio che dell’umanità, o verso il male, sia autodistruttivo che di violenza verso gli altri, è lo stesso. Bisogna comunque spendere del tempo, pensare, arrovellarsi, progettare, attrezzarsi, trovare strategie giuste.
Si tratta solo di scelte. Andare da una parte o dall’altra. E si sceglie in base al benessere o al malessere che si ha dentro di sé. E allora, l’impegno di noi tutti non è tanto manifestare la nostra disapprovazione davanti a eventi terribili contro l’umanità o urlare basta guerre, basta dolore, basta attentati, basta sangue per le strade. A chi lo gridiamo? Finché ci sarà un solo uomo o una sola donna con una fragilità notevole, da divenire facile preda di ideologie rivolte al male e finché ci sarà anche un solo essere umano imbrigliato nella sua insoddisfazione più profonda, nella sua rabbia e nella sua voglia di prendersela con il mondo, avremo gridato invano.
L’impegno di noi tutti è quello di partire da noi stessi e provare a cambiare innanzitutto il nostro modo di pensare e il nostro modo di amarci ed essere amati e poi attrezzarci per essere l’esempio che vorremmo vedere negli altri. Non possiamo pretendere l’armonia mondiale se non sappiamo nemmeno cosa sia l’armonia con noi stessi. Cominciamo, allora, con l’eliminare le nostre corrosive invidie e le nostre piccole e insignificanti guerre quotidiane, in famiglia, sul lavoro, in amicizia. La pace si costruisce attimo dopo attimo. E come il famoso “effetto farfalla”, dove un semplice battito di ali può causare una catena di movimenti d’aria tanto da produrre a lungo andare un uragano, così il nostro piccolissimo mondo perfetto potrà gradualmente espandersi, provocando una rivoluzione, quella che veramente vorremmo.
Psicologa – Scrittrice
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