“L’ennesimo grave incidente all’interno dell’Ilva, che l’alta colonna di fumo ha reso ben visibile dall’esterno dell’impianto, anche a chilometri di distanza. L’incendio ai nastri trasportatori evidenzia, ancora una volta, l’estrema pericolosità della fabbrica, da un punto di vista della sicurezza dei lavoratori e ambientale. Non è possibile che all’inizio del terzo millennio un intero quartiere, il Tamburi, e un’intera città, siano sotto scacco di un’azienda che non ha i requisiti minimi per proseguire la propria attività, che fa respirare diossina ai nostri figli, che inquina aria, mare e terra. Sbaglia il Governo a pensare che la (s)vendita di Ilva risolleverà Taranto. E’ infatti necessario pensare con lungimiranza ad un superamento totale di Ilva, ad un piano Taranto che preveda la nascita di nuove attività alternative all’industria, con migliaia di posti di lavoro: agricoltura, pesca, artigianato, servizi e soprattutto turismo. Il risanamento ambientale sarà possibile solo dopo la chiusura degli impianti. Ilva uccide i tarantini e ipoteca il loro futuro, il presidente del Consiglio Renzi se ne renda conto e agisca di conseguenza, pianificando in modo razionale il futuro della città”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati.