Il corpo ci parla: siamo in grado di ascoltarlo? – Di Elisa Albano

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Ormai è risaputo che tra mente e corpo esiste una stretta connessione. Ogni condizione interiore, sia positiva che negativa, influenza la condizione esteriore, quella del nostro corpo, sia a livello muscolare che gestuale e comportamentale. E viceversa, ogni condizione corporea, gestuale e comportamentale influenza, a lungo andare, anche la condizione mentale. Tanto per intenderci, se per lunghi periodi, obblighiamo il nostro corpo all’immobilità, all’inattività, alla pigrizia, alla permanenza sempre in luoghi chiusi e poco illuminati, ci sono buone probabilità che con il passare del tempo ne risenta l’umore e poi nuovamente lo stato fisico.

E se sviluppiamo un’abitudine mentale al pessimismo, al rancore, alla rabbia, all’insoddisfazione, tutto questo, inevitabilmente troverà un suo corrispettivo corporeo. Quotidianamente noi sperimentiamo emozioni, come conseguenza di riflessioni, eventi, relazioni, incontri, problemi. Se queste emozioni sono negative, cioè ci creano disagio, conflittualità e non riusciamo a trovare una via di uscita e, peggio ancora, cerchiamo di ignorarle per non dover subire costantemente una condizione interiore frustrante, allora cominciano i primi segnali corporei.

Come a dire: tu stai diventando sordo e cieco al tuo malessere interiore, non vuoi trovare una soluzione sana per la tua vita, vai avanti come un automa facendo finta di niente e allora io comincio a parlarti in un altro modo, affinché tu possa ascoltare, comprendere e agire. A questo punto il nostro corpo comincia a sussurrarci delle cose. Lo fa inizialmente con molta delicatezza. Piccoli malesseri, piccole avvisaglie… Se continuiamo a ignorare le nostre emozioni soffocate o i nostri conflitti che si protraggono oltre misura, allora il corpo cambia, per così dire, la sua tonalità di voce. Dal semplice sussurro passa ad un’espressività più sostenuta.

Momento in cui dovremmo, necessariamente, non solo prendere dei provvedimenti a livello medico ma anche chiederci perché? Cosa sto trascurando da troppo tempo? Se ostinatamente continuiamo a non farlo allora la voce diventa un urlo. Il nostro corpo comincia a gridare il suo malessere, sperando che si comprenda il legame profondo che esiste tra quel grido e quella lontana emozione messa a tacere tanto tempo prima. Insomma, in un modo o nell’altro, siamo chiamati a risolvere le nostre conflittualità, siamo chiamati a prendere decisioni, a viverci le emozioni così come sono e a scegliere la strada delle emozioni positive, se vogliamo avere più rispetto per il nostro corpo e per noi stessi.

E sia la psicosomatica che la bioenergetica ci suggeriscono che ogni blocco emozionale trova un corrispettivo blocco in quella zona fisica che avrebbe dovuto esprimere proprio quell’emozione. Ad esempio, se abbiamo problemi con la voce, forse avremmo voluto in passato urlare il nostro essere al mondo, parlare di ciò che siamo e che vogliamo, ma abbiamo preferito, per una serie di circostanze, mettere a tacere tutto questo. Oppure, se il nostro problema é alle gambe, forse un tempo avremmo voluto scappare, da qualcosa o da qualcuno, muoverci verso una realizzazione personale e invece abbiamo dovuto bloccarci. O ancora, dolori e contratture alle spalle e alle braccia possono indicare un peso e una responsabilità che ci stiamo portando dietro da anni e di cui vorremmo liberarcene, o può significare semplicemente che avremmo voluto prendere a piene mani la vita ed abbracciare ed essere abbracciati più spesso.

E se abbiamo fastidi alla schiena, probabilmente sentivamo da tanto il bisogno interiore di un sostegno, pensiamo di non farcela più ad andare avanti da soli. Questi sono solo alcuni spunti di riflessione che possono indurci a interrogare il nostro corpo. E teniamo conto che la stessa cosa può accadere per gli organi interni. Quindi, vale davvero la pensa cominciare a percepirci e osservarci in modo nuovo, con più amore e considerazione finché è ancora tutto solo un bisbiglio.

elisaA cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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