Marina di Pulsano (Taranto): torna l’incubo del porto

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porto pulsano 1TARANTO – Sembra passato un tempo lunghissimo da quando nel 2012 insieme a Fabio Millarte del WWF Taranto presentai le osservazioni contrarie alla realizzazione di un porto “turistico” in località Seno Capparone nella Marina di Pulsano. Cemento, una montagna di cemento da sversare direttamente nel mare di cristallo, in cui vivono innumerevoli organismi meravigliosi, in cui d’estate grandi e piccini giocano e sono felici.

Ma evidentemente non sono bastate né le numerose osservazioni contrarie presentate da biologi, dottori in scienze ambientali, geologi, storici, archeologi, ambientalisti, semplici cittadini, né la decisione finale di rigettare il progetto, né tanto meno l’evidenza di un altro porto, quello di Campomarino, a pochi chilometri di distanza, e dei numerosi impatti che produce sia sull’ambiente e sulla vicina prateria di Posidonia oceanica (Habitat di interesse comunitario per la Direttiva Habitat 92/43/CEE) ormai compromessa, sia sul turismo inducendo addirittura la fuga dei turisti nei mesi più caldi per l’insopportabile puzza di fogna proveniente da tutta l’area portuale che invade l’intero paese costiero.

porto pulsano 3Insomma, nulla frena i proponenti del progetto che ci riprovano spostandosi di qualche metro. Stavolta, secondo loro, la montagna di cemento dovrebbe essere sversata davanti la meravigliosa scogliera che si trova a sinistra del Seno Capparone, guardando il mare. Una scogliera che conosco molto bene, ogni singolo metro di quegli scogli custodisce un piccolo tesoro sommerso. Le rocce coperte da innumerevoli alghe creano labirinti acquatici di grande fascino, con stretti passaggi, corridoi tra gli scogli, pianori e piscine naturali.

Anche le scogliere sia emerse che sommerse sono Habitat di interesse comunitario per la Direttiva Habitat 92/43/CEE (numero identificativo 1170). E ogni angolo sottomarino è popolato da una grande biodiversità composta anche da specie protette dalla legge tra cui spugne, cnidari, molluschi, crostacei, echinodermi e pesci bentonici. Mi sembra impossibile dover scrivere ancora queste cose, dover ribadire l’importanza di bloccare ogni nuova aggressione al nostro mare, di impedire che anche un solo metro quadrato di fondale marino venga rovinato. Non è possibile vivere nel perenne timore che il poco che ci resta venga compromesso per sempre.

Rossella Baldacconi, PhD in Scienze Ambientali

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