Taranto, città al verde? Magari! – Solo 3,1 mq di verde pubblico per abitante

Taranto, sarebbe il posto migliore dove lavorare per un giardiniere comunale scansafatiche. È solo una battuta, ma la presenza di verde pubblico nel capoluogo ionico è davvero irrisoria. Nella città che è (o è stata, a seconda dei punti di vista) la più inquinata d’Italia, in quella dove si produce una quantità tale di gas serra che non ha eguali in Europa, il verde pubblico è praticamente cosa rara.

A Taranto ci vorrebbe un pezzo di foresta amazzonica per compensare tutta la CO2 che si produce e invece gli alberi (o quel che resta di essi dopo potature degne di un boscaiolo canadese) sono rarità da proteggere, come specie in via di estinzione. Interi isolati, addirittura quartieri, sono stati progettati senza spazi verdi, dove i poveri uccellini di città hanno imparato ad arrangiarsi come possono per trovare un posto dove fare un nido.

Secondo i dati ISTAT aggiornati al 2013, http://noi-italia.istat.it/fileadmin/user_upload/allegati/S02I07S16p0_2014.xls, rispetto ad una media pro capite nazionale di 32,2 metri quadrati di verde urbano a disposizione, a Taranto siamo (quasi vergognoso anche scriverlo) a 3,1 metri quadrati. Si, 3,1 metri quadrati, davvero un misero pezzetto di verde a disposizione di ognuno di noi, meno di un decimo della media nazionale. Il dato si riferisce, chiaramente, al verde pubblico urbano curato, non certo agli spazi di terreno incolto, lasciati abbandonati e spesso ricettacoli di rifiuti, che purtroppo non mancano nelle nostre periferie.

In Italia, solo Caltanissetta e Crotone riescono a fare come o peggio di noi, rispettivamente con 2,7 e 3,1 metri quadrati di verde per abitante, ma con la differenza che queste città non ospitano la più grande acciaieria d’Italia. Un piccolo segnale di attenzione si è avuto con la recente inaugurazione del Parco Jannelli in zona Taranto 2 che contribuirà ad aumentare di qualche decimale il verde pubblico pro capite a disposizione dei tarantini. Speriamo, inoltre, che questo nuovo parco sia adeguatamente curato e protetto e non segua la sorte di altre zone verdi che hanno subìto devastazione ad opera dei soliti vandali di turno.

Questo era successo, per esempio, a Paolo VI al Parco del Mirto, un’area verde molto interessante ed estesa ma purtroppo poco protetta. Essenziale, nella protezione e cura dei parchi urbani, la sensibilizzazione dei cittadini che, attraverso l’educazione ambientale nelle scuole, devono fin da piccoli imparare a rispettare il verde pubblico, fino a considerarlo un bene comune che arricchisce la propria città. La scarsità di verde dovrebbe spingere chi amministra Taranto a limitare ulteriori opere di cementificazione non essenziali e a trasformare altre aree incolte ed abbandonate in parchi a disposizione di tutti.

Giuseppe Aralla

Foto alberi: Legambiente

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