Ilva e diossina, Bonelli (Verdi) presenta esposto alla Procura di Taranto (IL VIDEO)

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TARANTO – «I dati sulla diossina sono estremamente elevati, inquietanti, preoccupanti. Ma la ragione per cui ho presentato l’esposto è che questi dati sono stati gestiti e analizzati per oltre un anno e mezzo e resi pubblici solo dopo una campagna molto pressante fatta da Peacelink con Alessandro Marescotti». Angelo Bonelli, esponente nazionale dei Verdi ed ex consigliere comunale di Taranto, continua la sua battaglia per la città e si rivolge alla Procura del capoluogo ionico per «verificare se siano stati compiuti reati» sul ritardo nella comunicazione dei picchi di diossina registrati nel rione Tamburi, nel periodo compreso tra novembre 2014 e febbraio 2015.

Parliamo di valori «fino a 790 picogrammi per metro quadro, mai registrati in Italia se non durante il disastro di Seveso». I dati a cui fa riferimento Bonelli sono quelli contenuti nella relazione (consegnata dall’azienda il 24 febbraio 2016 al dipartimento provinciale di Arpa) che il professor Onofri del Politecnico di Torino ha realizzato su mandato dell’Ilva. Secondo quei risultati, l’impronta della diossina che si è depositata nella centralina di via Orsini (altre 5 sono collocate nello stabilimento) non è riconducibile al siderurgico, ma il professor Assennato, ormai ex direttore generale di Arpa Puglia, ha spiegato che tutti gli elementi raccolti puntano invece l’indice contro l’impianto di agglomerazione (Leggi qui).

Bonelli punta il dito contro il sindaco Stefàno, che «non mi risulta abbia adottato provvedimenti a tutela della salute pubblica per il rischio di esposizione dei cittadini». L’ex consigliere comunale chiede quindi alla Procura di Taranto, attraverso l’esposto presentato questa mattina, di fare luce su eventuali «atti omissivi da parte del sindaco». Una richiesta di chiarimenti viene rivolta anche ad Arpa Puglia in merito ai dati dei deposimetri della rete gestita dall’Agenzia, parallela a quella di Ilva. «Arpa Puglia dice che sta analizzando quei dati – domanda Bonelli – ma perché non lo ha fatto precedentemente?».

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