Il comitato cittadino “Taranto Futura” ha presentato il 26 gennaio un ricorso straordinario al presidente della Repubblica contro il Comune di Taranto, la Regione Puglia, l’Asl di Taranto e il Consiglio dei Ministri. Il ricorso riguarda il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale di Taranto “San Cataldo”. Secondo il comitato cittadino, tale progetto sarebbe andato avanti in violazione della Convenzione di Aarhus, che prevede l’accesso alle informazioni e la partecipazione del pubblico ai processi decisionali.
Sarebbe stata violazione anche la Direttiva europea 2011/92/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale, prevista per progetti sia pubblici che privati. Secondo “Taranto Futura”, si sarebbe dovuto procedere anche con la VAS: Valutazione Strategica Ambientale. Nel ricorso si chiede sia l’annullamento del via libera dato al progetto nel corso della Conferenza dei Servizi decisoria del 23 dicembre 2015, che l’annullamento del progetto preliminare del nuovo ospedale.
La questione è stata trattata dal Consiglio di Stato lo scorso 2 marzo. Nei giorni precedenti, il Consiglio di Stato si è rivolto al ministero dell’Ambiente perché si esprimesse sull’istanza di sospensiva. In quella sede è sorto qualche intoppo.
«Solo ieri abbiamo ricevuto una nota del ministero dell’Ambiente (Direzione per la protezione della natura e del mare) in cui si dice che la documentazione richiesta dal Consiglio di Stato non rientra nella competenza di tale direzione – spiega a InchiostroVerde l’avvocato Nicola Russo, portavoce di Taranto Futura – il ministero è stato scorretto perché la parte ricorrente avrebbe dovuto essere informata prima».
La decisione sul ricorso è attesa nelle prossime settimane. «Entro fine mese – continua Russo – dovremmo sapere se il Consiglio di Stato ha deciso di andare nel merito o se ha optato per la sospensione del provvedimento. Noi siamo fiduciosi».
Taranto Futura contesta anche la decisione di far nascere il nuovo ospedale nel quartiere Solito Corvisea, lungo la direttrice Taranto-San Giorgio. «In sede di Conferenza dei Servizi – sottolinea Russo – non è stata valutata un’alternativa. Il Comune di Taranto è caduto in contraddizione perché in passato aveva deliberato di non espandersi in quella zona della città. La struttura poteva sorgere nel quartiere Paolo VI con un risparmio di circa 14 milioni».
Anche la scelta di portare avanti il progetto senza Valutazione di Impatto Ambientale aveva sollevato non poche polemiche. Lo scorso 5 gennaio avevamo pubblicato la denuncia del dottor Agostino Di Ciaula (medico Isde). Leggi qui: https://www.inchiostroverde.it/di-ciaula-denuncia-non-ci-sara-valutazione-di-impatto-ambientale-per-il-nuovo-ospedale-di-taranto/. Ricordiamo, infine, che il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, aveva comunicato alla Conferenza dei Servizi una serie di criticità che avrebbero suggerito di assoggettare il progetto a VIA. Il suo parere, però, è stato snobbato.
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