Ilva, Verdi Taranto: “Cinque domande al Governo sulla diossina”

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Troppa diossina da non poterla nascondere sotto il tappeto. La quantità di diossina che si è registrata a Taranto nei mesi di novembre 2014 e febbraio 2015 è il livello più alto che si sia mai registrato in Europa e si tratta di un dato secondo solo a quello del tragico incidente di Seveso.  Alla luce di questi dati sconcertanti chiediamo al Governo di chiarire come sia potuto avvenire ed in particolare:

1) in riferimento alla movimentazione della diossina all’interno dell’Ilva e fuori della stessa, chiediamo se si siano verificati eventi anomali, quali percorsi facciano i sacchi e con quali precauzioni, a tutela della popolazione residente in prossimità degli impianti e dell’ambiente circostante?

2) per quanto riguarda la asserita produzione di diossina da parte di soggetti diversi dall’Ilva, quando sarebbe avvenuta e in quale misura per ogni periodo e/o evento?

3) perché nell’area dove si produce la maggior parte della diossina e cioè nel reparto di sinterizzazione non siano stati posti dei deposimetri?

4) quanta diossina sia entrata nelle stanze degli abitanti dei Tamburi e quanta se ne sia dispersa nei terreni coltivati?

5) perché dati così allarmanti siano stati tenuti nascosti alla popolazione e ai decisori locali, impedendo di fatto di prendere provvedimenti adeguati a tutela della salute?

Considerato che l’Ilva viene gestita da commissari nominati dal Governo da oltre tre anni e per di più muniti di impunità penale ed amministrativa, i Verdi di Taranto chiedono proprio al Governo di chiarire le circostanze che hanno provocato la dispersione nell’ambiente di così tanta diossina e di impegnarsi a informare tempestivamente la popolazione sui dati relativi al periodo successivo.

Associazione cittadina dei Verdi di Taranto (Ada Le Noci e Luca Piccione)

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