TARANTO – Il ruolo di Giampiero Marchesi, responsabile della struttura di Coordinamento degli interventi per l’area di Taranto, è quello – usando le sue parole – di «far funzionare la macchina» delle trattative nella realizzazione del Contratto Istituzionale di Sviluppo. Ruolo per il quale un tecnico del governo deve essere pronto anche a «introdurre elementi di rottura» se ritiene che una situazione, come quella di Taranto, poggi su un «equilibrio insoddisfacente».
La prima provocazione lanciata da Marchesi – tra i relatori che oggi hanno parlato al convegno organizzato dalla Cisl di Taranto, per discutere del Cis – si aggancia al mondo del calcio, alla tattica, alla capacità di ribaltare il destino di un match che si è messo male. «Quando la partita è molto complessa – dice – la prima regola da seguire è giocare semplice. In questa situazione, a Taranto, giocare semplice significa fare un’operazione di verità». Perché occorre essere chiari non solo sui numeri e sui progetti ma soprattutto sulle risorse, come ha più volte sottolineato il Sottosegretario De Vincenti. Chi otterrà quelle risorse – e parliamo di 800 milioni di euro complessivi – «deve assumersi delle responsabilità nei confronti della cittadinanza e del governo, quindi deve agire alle condizioni date e fissare un cronoprogramma».
Seguendo questa logica, quella del giocare semplice, dell’operazione verità, Marchesi ha confermato che «entro il 28 febbraio» si concluderà la fase di verifica del Cis. «Se questa verifica non si chiude, al prossimo tavolo istituzionale di sviluppo (previsto a Roma il 21 marzo, ndr) dirò chiaramente che chi non ha presentato i cronoprogrammi dovrà uscire dal Cis, anche se solo temporaneamente». Questo perché «abbiamo il dovere di dire la verità su quando prevediamo realisticamente di partire. Se un progetto – per esempio – parte nel 2021, francamente non ha senso tenere i soldi bloccati su quel progetto per 5 anni. Saranno inizialmente spostati su altro. Questo è buonsenso, semplicità».
Un altro elemento di rottura avanzato da Marchesi è quello di «far convergere su Taranto gli interessi di risorse intellettuali esterne. Un concorso di idee» utile a vedere i problemi da un’altra prospettiva e superare le criticità nell’ottica di un rilancio del territorio. Come della città vecchia. E della cultura. «A marzo – ha annunciato Marchesi – verrà a Taranto una delegazione dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per verificare se la città ha le potenzialità per essere un Polo culturale a livello internazionale. Mi impegnerò affinché l’Ocse possa esprimersi entro maggio». Sarebbe un notevole passo in avanti per chi guarda alla cultura, così come al MarTa, per progettare un futuro che punti sull’eccellenza, sul sapere, sulla valorizzazione di un patrimonio che comprenda anche l’Arsenale e il recupero di Palazzo Delli Ponti «per ospitare – ha evidenziato il sindaco Stefàno nel suo intervento – i gioielli della nostra città come la biblioteca dell’Archita».
Nicola Sammali
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