Porto di Taranto, le occasioni perse e un nuovo piano
Una delle occasioni perdute da Taranto è quella dello sviluppo portuale. Lo ha esposto in maniera chiara la neo consigliera comunale Lina Ambrogi Melle, subentrata al posto di Angelo Bonelli, nel corso del convegno “Porto e retroportualità a Taranto”, organizzato ieri dai Verdi al Salone della Provincia. Sembra un paradosso, visto che centinaia di lavoratori della Terminal container, ormai in liquidazione, sono in procedura di mobilità e rischiano il licenziamento.
Un governo del territorio che non è riuscito a trattenere, per varie cause – economiche e di gestione (mancati dragaggi del porto) – a Taranto la Evergreen che ha spostato in altri terminal d’Italia la movimentazione delle migliaia di container, facendo perdere alla città ionica un’altra occasione di sviluppo. Infatti, se oltre la sola movimentazione dei container si fosse attuato il piano che prevedeva la realizzazione del Distripark, migliaia di lavoratori avrebbero trovato occupazione nella lavorazione e nello smistamento dei prodotti in arrivo con i container.
Invece, Distripark è stato solo un progetto che ha bruciato fondi pubblici per espropri dei terreni su cui la società avrebbe dovuto operare e per salatissime consulenze e incarichi dirigenziali. In tante città d’Europa e del mondo (Singapore, Rotterdam, Amburgo, Anversa) il porto è fonte di ricchezza e sviluppo; qui a Taranto ancora una volta si perdono occasioni importanti per creare alternative all’industria inquinante ed occupazione, malgrado la posizione strategica nel Mediterraneo che ha la nostra città.
Al convegno dei Verdi, oltre alla consigliera Ambrogi Melle, sono intervenuti la rappresentante dei Verdi Annalisa Montanaro, alcuni operai in mobilità, il presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano e il leader dei Verdi Angelo Bonelli.
Molto interessante, nella parte finale del convegno, il confronto tra Emiliano e Bonelli. Se da un lato Emiliano vede nel potenziamento del porto una possibilità di sviluppo economico complementare alla grande industria, ribadendo la sua azione di pressing per la decarbonizzazione dell’Ilva, Bonelli riafferma con forza la necessità di una riconversione economica completa di Taranto.
Ed proprio da Bonelli che parte la proposta ad Emiliano, mica tanto provocatoria, di farsi promotore di un progetto di rivoluzione economico-culturale di Taranto. Dice Bonelli: ” Caro Emiliano, potresti entrare nella storia per aver cambiato le sorti di una città con un atto di coraggio politico. Chiama i migliori economisti, urbanisti, esperti di conversione di aree industriali a livello internazionale per presentare un progetto di rivoluzione economica modello Bilbao e Pittsburgh. Fatti promotore di una legge statale di iniziativa regionale per Taranto per costruire un’economia alternativa all’industria dei veleni”. Emiliano sorride sornione, ma chissà… Magari quest’idea di alternativa possibile, non gli pare mica tanto assurda. Forse l’idea che Bonelli potrebbe aver ragione lo sfiora, lo solletica. E poi, questo ambientalista ha sempre avuto la vista lunga, anticipando di anni piani per Taranto che in tanti hanno poi sposato facendoli propri. Ma cosa pensa davvero il sindaco di Puglia lo scopriremo nelle prossime puntate.
Giuseppe Aralla