Eni, la Cassazione annulla l’assoluzione di Scaroni e dell’azienda
Nuova grana per Paolo Scaroni, ex Ad dell’Eni, in odore di incarico ai vertici dell’Ilva. Com’è noto, nelle settimane scorse il manager ha espresso la sua disponibilità a entrare in campo con una cordata italiana per risollevare le sorti del siderurgico tarantino.
Veniamo ai fatti delle ultime ore: la VI sezione penale della Cassazione ha annullato il proscioglimento di Scaroni e quello della società petrolifera, in relazione all’accusa di corruzione internazionale e frode fiscale nell’ambito del procedimento sulla presunta tangente da 198 milioni di euro che sarebbe stata pagata dal 2007 al 2010 da Saipem, controllata Eni, a pubblici ufficiali algerini, in cambio di appalti petroliferi nel Paese nordafricano, del valore di circa otto miliardi di euro. Con questo verdetto la Suprema Corte ha, quindi, annullato con rinvio il proscioglimento di Scaroni e dell’Eni, emesso lo scorso 2 ottobre dal gup di Milano, Alessandra Clementi.
L’Eni in una nota, dichiara di prendere “atto che la Cassazione ha oggi annullato la decisione del Gup di Milano, che aveva prosciolto l’azienda e i suoi manager in relazione ad asserite condotte corruttive in Algeria e ribadisce “l’estraneità della società e dei propri manager rispetto ai fatti oggetto del procedimento in corso” ricordando che “verifiche svolte da soggetti terzi sulle attività algerine oggetto di indagine e messe a disposizione delle autorità competenti, non hanno evidenziato condotte illecite da parte della società”. Eni, conclude il comunicato, “continuerà a fornire la massima collaborazione alla magistratura affinché quanto prima sia fatta chiarezza sulla sua estraneità dalle vicende in questione”.