La Strategia Energetica Nazionale, approvata con decreto interministeriale 8 marzo 2013, prevede, tra i punti chiave, lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale ma il decreto legge n. 133/2014 («Sblocca Italia»), in particolare l’art.38, ha dato impulso alle trivellazioni e alla ricerca di idrocarburi sulle nostre coste e stabilisce una serie di misure che influenzano sensibilmente il territorio della Regione Puglia, nonostante l’Unione europea sia il soggetto maggiormente impegnato, sulla scena internazionale, verso un’economia a basse emissioni di carbonio, fondata sulle energie rinnovabili.
Per questo gli otto portavoce regionali pugliesi del M5S, Antonio Salvatore Trevisi, Antonella Laricchia, Cristian Casili, Mario Conca, Grazia Di Bari, Rosa Barone, Marco Galante e Gianluca Bozzetti, hanno depositato in data 19 Febbraio una mozione diretta ad un impegno del Presidente Michele Emiliano e di tutta la giunta regionale: “Chiediamo che la Regione Puglia attui una pianificazione regionale delle concessioni minerarie, – dichiarano – in tutela delle aree geografiche caratterizzateda produzioni di prodotti tipici con Marchi di qualità e con particolare valore ambientale o archeologico in un territorio oggi fortemente soggetto a dissesto idrogeologico e a rischio sismico. Tale pianificazione sarebbe uno strumento estremamente utile in fase di valutazione dei progetti da parte della Commissione VIA regionale. Richiediamo inoltre di inserire tutto questo nel quadro più ampio delle politiche energetiche regionali, che hanno già puntato ad alti obiettivi in termini di energie rinnovabili e che si intraprendano tutte le azioni politiche possibili, sia in sede nazionale che nelle regioni direttamente interessate dal permesso di ricerca idrocarburi, inclusa l’impugnazione al T.A.R. del decreto di conferimento del MISE nei termini previsti dal decreto stesso”.
I pentastellati concludono ricordando che in tutte le operazioni di trattamento dei prodotti petroliferi,a qualsiasi livello, esiste il rischio di emissioni di quantità più o meno abbondanti di idrogenosolforato, sia sottoforma di disastri accidentali, sia sottoforma di un continuo rilascio all’ambiente durantele fasi di estrazione, stoccaggio, lavorazione e trasporto del petrolio. In diversi casi, anche in Italia, le attività estrattive di idrocarburi hanno generato evidenti danni all’ambiente e alla salute. Uno di questi è l’impianto Total in provincia di Matera “Gorgoglione 2″ che probabilmente è vittima di un inadeguato controllo sugli effetti dell’idrogeno solforato (H2S). Una esposizione ad alte dosi di idrogeno solforato (H2S), infatti, può anche provocare la morte istantanea. L’evidenza medico scientifica mostra, inoltre, come anche un contatto quotidiano con basse dosi di H2S, dell’ordine di grandezza delle normali immissioni nell’atmosfera da un centro di idrodesulfurizzazione, possa essere di alta tossicità sia per la salute umana che per quella animale e vegetale.
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