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“Fuorifuoco”, a Grottaglie bene la prima

TARANTO – Un pubblico ampio e interessato ha preso parte alla prima proiezione di “Fuorifuoco”, il film documentario sui riti del fuoco e dei falò in Puglia presentato sabato 6 febbraio a Grottaglie. Il lavoro è stato prodotto dall’agenzia Amigdala (dinamica e giovane realtà grottagliese), scritto da Giovanni Blasi, con riprese video a cura di Giovanni Blasi, montaggio a cura di Valeria Pesare, con la partecipazione di Giorgio Consoli e musiche affidate a Elio Dubla e Dino Semeraro.

Fuorifuoco” è stato proiettato per la prima volta nel teatro del chiostro della chiesa di San Francesco di Paola, alla presenza degli ideatori e dei rappresentanti istituzionali, religiosi e delle associazioni. L’appuntamento gode del patrocinio del Comune di Grottaglie (presenti il sindaco Ciro Alabrese e l’assessore alla cultura Maria Pia Ettorre); partner dell’evento Cantine San Marzano (presente il presidente, Franco Cavallo) e “Patroni di Puglia”; i promotori ringraziano il comitato festeggiamenti patronali di San Ciro (Grottaglie), il comitato festeggiamenti patronali di San Giuseppe (San Marzano), le associazioni “Medici per San Ciro” (Grottaglie) e “La Fucarazza” (Carosino), la comunità religiosa di San Francesco di Paola (Grottaglie).

Fuorifuoco” è un reportage (della durata di trenta minuti) sul fuoco come elemento sacro, un film documentario sui riti del fuoco, un viaggio tra i falò di Puglia. La finalità è consegnare, alla memoria, le tradizioni sacre e popolari legate ai culti del fuoco, che, dagli inizi pagani, sono confluiti nella rappresentazione cristiana, protagonisti della devozione per i santi.

Le varie testimonianze sono state raccolte nell’arco di un anno in alcune realtà pugliesi: da Grottaglie, con la foc’ra dedicata al santo patrono, San Ciro, a Novoli, con la fòcara di Sant’Antonio Abate, alla fucarazza di Carosino, ai falò di San Giuseppe, a San Marzano.

Ha dichiarato Giovanni Blasi: “L’uso del fuoco ha origine con la storia dell’uomo; abbiamo voluto raccontare il fuoco come elemento catartico, simbolo del passaggio dal vecchio al nuovo. C’è una comunità che si ritrova intorno ad un falò. “Fuorifuoco” narra la storia dei falò, nelle sue varie espressioni, religiosa, popolare o legata ai culti agricoli, attraverso le testimonianze di chi costruisce la foc’ra. Abbiamo dato voce alla gente che si impegna a portare avanti queste tradizioni”. Per Valeria Pesare è stato “un viaggio attraverso la memoria, per ricostruire la storia di un rito presente nelle nostre comunità, in maniera molto forte e diversa, in base al sentire; un modo per conservare la memoria e raccontare il rito nella sua parte più profonda, più arcaica, per capire come continua ad essere presente nelle nostre comunità”.

Abbiamo patrocinato quest’iniziativa – ha detto il sindaco di Grottaglie, Ciro Alabrese – perché abbiamo voluto cogliere l’opportunità di rappresentare l’elemento del fuoco che ha accompagnato la storia dell’umanità; con il fuoco si può rappresentare l’unità di una comunità. I falò rappresentano una comunità che vuole stare insieme e le tradizioni del territorio”. Franco Cavallo, presidente di Cantine San Marzano, ha commentato: “E’ una bellissima iniziativa, valorizza le tradizioni del territorio. Insieme al buon vino, si offre anche il nostro territorio e abbiamo la necessità di comunicare, al mondo intero, le nostre tradizioni, ecco perché abbiamo condiviso questo progetto”.

La serata ha ospitato anche la testimonianza di uno dei protagonisti del documentario: Pasquale Chirico, maestro della foc’ra di Grottaglie. Fuorifuoco” alterna, al racconto e alle immagini delle fasi preparatorie dei falò, interviste e commenti dei protagonisti, dal messaggio dell’arcivescovo di Taranto, S.E. Mons. Filippo Santoro, raccolto in una delle cerimonie, ai ricordi degli anziani, alla voce delle istituzioni e dei giovani del territorio. L’obiettivo – ha spiegato Giovanni Blasi – è far sì che questo patrimonio culturale, storico, religioso, popolare, non venga disperso. La nostra volontà è portare ‘Fuorifuoco’ in altre località pugliesi e italiane, per continuare a far conoscere il nostro unicum di fede e folklore”.

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