«Millantare la nostra poca chiarezza – continua Rizzo in una nota stampa – ci sembra un becero tentativo di nascondere il razzismo sindacale che da quando Usb è nata, Fim-Fiom-Uilm e Ilva stessa hanno usato metodicamente per emarginare Usb, non ultimo gli accordi di miglior favore (migliaia di ore di permesso sindacale) di cui godono le stesse e le briciole lasciate a Usb nel tentativo di arginarne la crescita, oppure tavoli separati nei confronti con le istituzioni (non ultimo l’incontro con il presidente della Regione Emiliano di ottobre)».
Continua Rizzo: «Chiarisco a Talò che l’Usb è un sindacato che ha preso il 20% dei voti all’interno dello stabilimento e ad oggi conta circa 900 iscritti. Il movimento Cinque Stelle, come dice la parola stessa, è un movimento di persone che fanno politica. Non chiediamo ai nostri iscritti come votano, né tanto meno per quali partiti simpatizzano». Poi un altro attacco al sindacalista della Uilm: «Forse il buon Talò, visti i suoi numerosi trascorsi con incarichi prestigiosi nel Partito Democratico a San Marzano di San Giuseppe, non accetta che una parte dell’elettorato Usb simpatizzi per i 5 Stelle o per altri partiti che non siano il Pd, o forse dimentica che all’interno della sua organizzazione ci sono non solo simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, ma anche dei Verdi, Sel, oltre che di Pd e Pdl”.
Per Rizzo “il giochetto è abbastanza chiaro: di volta in volta per sfuggire al confronto siamo apostrofati come “sindacato locale”, “depravati”, “amici di Emiliano” e ora “succursale sindacale del Movimento 5 Stelle”; l’anno scorso di questi tempi eravamo a detta loro contro i lavoratori dell’appalto; una quindicina di giorni fa eravamo delinquenti”. Aggiunge Rizzo: «Piuttosto è proprio Talò che dovrebbe chiarire che tipo di posizione ha la Uilm sull’Ilva, visto che per 3 anni ha lodato l’atteggiamento dei commissari e del governo, salvo poi nelle ultime settimane definire catastrofica la gestione commissariale. Dovrebbe chiarire come mai si preferisce fare incontri con Confindustria e non con i lavoratori».
Nella nota dell’Usb si elencano i punti per cui la sigla sindacale si batte: “Nazionalizzazione della fabbrica, garanzia di tutti i posti di lavoro del gruppo Ilva e dell’appalto; integrazione economica equiparata al vecchio contratto di solidarietà (70% di retribuzione garantendo la maturazione di tutti gli istituti 13a, 14a e premi vari) per tutto il periodo di ambientalizzazione dell’Ilva; ricollocazione dei lavoratori appalto già fuori da mesi con integrazione del Comune e della Regione per lavori socialmente utili con accordo di programma modello Genova da impiegare per opere di riqualificazione del quartiere Tamburi; decreto di agevolazione contributiva per tutti i lavoratori Ilva e appalto sulla base dello studio “Sentieri” che dice chiaramente che la nostra aspettativa di vita è inferiore alla media nazionale, modello legge sull’amianto”.
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