Bullismo, è fondamentale prevenire – E. Albano

Gli ultimi, nonché i continui, fatti di cronaca sulle forme più svariate di bullismo e dall’altro versante le apparenti fragilità umane, devono necessariamente oggi indurci a riflettere più attentamente e con coraggio su questo fenomeno che non è poi così diverso dal mobbing, dallo stalking e da tutte quelle altre forme di sopraffazione, all’interno di relazioni disturbate. Tanto per cominciare, analizziamo in sintesi lo scenario.

Da una parte c’è chi d’istinto, a pelle, fiuta una delicatezza altrui, una sensibilità d’animo, una gentilezza, una disponibilità che spesso viene interpretata come debolezza e influenzabilità e comincia a invadere questo terreno fertile, ma solo un passo alla volta, come se si volesse prima essere certi di aver fatto la scelta giusta. Le sopraffazioni non nascono in un attimo e da un giorno all’altro ma sempre gradualmente, con un primissimo episodio, apparentemente di poca importanza e al quale si potrebbe anche non fare caso.

Dall’altra parte, c’è chi, mantenendo ferme le proprie modalità espressive e comportamentali di garbo, di timorosità e di voglia di fuggire anziché affrontare, lascia che quel primissimo passo in avanti di attacco alla propria incolumità psichica scorra via come acqua su  una superficie liscia, per non dover dire a se stessi “metti subito i paletti e impedisci l’invasione!”. A quel punto è già tardi. Da una parte, i passi da uno diventano due, tre e quattro e dall’altra parte diventa sempre più difficile, doloroso e faticoso farsi rispettare e difendere il proprio campo vitale, soprattutto se non lo si è mai fatto in tutta la vita.

Ma al di là di questo scenario, diciamo così, privato, relativo ai protagonisti, esiste tutto un altro scenario di contorno con le sue grosse responsabilità, perche anziché bloccare sul nascere il fenomeno finisce, anche involontariamente e inconsapevolmente, per rinforzarlo. Esiste, ad esempio, la stampa che commette i suoi errori nell’usare terminologie rafforzative anziché svalutanti nel descrivere simili fenomeni. Spesso si definisce il bullismo con termini come “la forza del branco”, “la prepotenza del più forte…”, e così via, mentre  si usano parole sminuenti per chi tollera, come “fragilità della vittima..” “passività…”, “emarginazione…”, “incapacità…”, ecc.

Si dovrebbe comprendere e valutare che chi si unisce in branco, chi cerca consenso attraverso azioni che tendono a colpire qualcun altro, ha urgente necessità di fingere una forza che non ha e non ha mai avuto. Il bullo è una persona debole, con confusioni e disagi interiori, senza una propria rotta esistenziale da seguire che si illude di superare le proprie frustrazioni con l’esercizio della violenza verbale o fisica. Ma purtroppo, non ci si può mai rinfrancare togliendo qualcosa a qualcun altro. Non si diventa mai migliori a discapito del prossimo. In questo modo si può solo peggiorare la propria posizione, divenendo sempre più insicuri e sofferenti.

Ma di questo scenario esterno fanno parte anche i genitori, sia di un versante che dell’altro. Chiariamoci, a mio avviso, non esistono genitori disattenti. Esistono genitori con a loro volta fragilità psicologiche e con difficoltà nel proporre direttive e di comprendere fino in fondo il loro ruolo. Timorosi di non accontentare, di essere sopraffatti a loro volta, di non essere accettati, benvoluti, lasciano fare, neanche poi così volutamente. Semplicemente ributtando giù quella vaga consapevolezza che sta sorgendo un problema. E si soffoca sul nascere anche quella contraddittoria consapevolezza che le proprie figlie, forse, necessitano di un nuovo schema esistenziale. Esistono genitori ingabbiati in condizionamenti educativi prestabiliti che non sempre risultano più efficaci nella vita di oggi con tutta la sua complessità.

Un ragazzo e una ragazza, in crescita hanno bisogno entrambi, oggi più che mai, di percorsi chiari davanti a sé, di guide forti che sappiano indicare una via e sappiano stimolare una sana identità e un sano rispetto di sé e del prossimo. Essere forti, sia in un caso che nell’altro, significa avere buon controllo emotivo, sensibilità d’animo e capacità empatica, coraggio, carisma, il giusto atteggiamento mentale per affrontare l’esistenza in tutte le sue sfumature, purtroppo non sempre delicate e tranquille. Naturalmente, nello scenario rafforzativo del fenomeno, non mancano nemmeno alcuni insegnanti, con le loro stesse paure e i loro apparenti “non so…”, “non c’ero…”, “non credo…”, “non ho visto…” . Nel momento in cui si parla di bullismo, vuol dire che il danno è già stato fatto. Vuol dire che qualcuno ha già pagato un prezzo esageratamente caro per qualcosa che poteva essere bloccato facilmente e senza spese molto tempo prima. Dunque, è solo prevenendo il fenomeno che si salvano vite umane. E il fenomeno lo si previene semplicemente lavorando se stessi e rinforzando le proprie fragilità.

Oggi a mio parere non si può più essere genitori per caso, come forse era possibile fare un tempo. I genitori prima di diventare tali dovrebbero affrontare corsi di preparazione sia sulla comunicazione, per apprendere come capire e farsi capire di più, che sulle dinamiche dell’autostima, per comprendere benefici e danni che si hanno quando questa si innalza o si abbassa. Ma dovrebbero, innanzitutto, rinforzarsi emotivamente e psicologicamente, in modo da essere in grado di saper riconoscere, interpretare e guidare i primissimi segnali di processi comportamentali e mentali disturbati in evoluzione.

E i figli, nelle scuole, non dovrebbero più studiare soltanto matematica, scienze, italiano, filosofia, geografia o storia ma anche materie che preparano alla vita e alla formazione individuale. Altrimenti finiamo per sapere tutto di Dante e non sappiamo nulla di noi stessi. Finiamo per sapere tutto sull’atomo  e non sappiamo nulla su quella cosa che si chiama rispetto, concetto di sé. Soprattutto, finiamo per avere cognizione di tutti i trucchetti per programmare un computer e per farlo funzionare al meglio ma non sappiamo nulla su come programmare la nostra stessa mente per far funzionare anche questa al meglio e permetterci di vivere in modo sereno ed equilibrato, creando valore che circoli liberamente e produca benessere in tutti gli abitanti di questo pianeta.

A cura di Elisa Albano

Psicologa – Scrittrice

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