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Dal carbone al metano, Di Ciaula (Isde) a Emiliano: non è soluzione magica

TARANTO – Da giorni pubblichiamo dichiarazioni del presidente della Regione  Puglia Michele Emiliano in merito alla  decarbonizzazione della Puglia. L’ipotesi avanzata è ormai nota: sfruttare un eventuale approdo del gasdotto Tap a Brindisi (e non a Melendugno come è previsto attualmente) per favorire la riconversione della centrale a carbone di Cerano e del siderurgico di Taranto. Il tutto al fine di garantire una maggiore tutela ambientale dei territori. Ipotesi smontata, però, da diversi esperti da noi consultati, in quanto ritenuta piuttosto avventata e inattuabile.
Oggi, torniamo sull’argomento pubblicando una lettera rivolta al governatore dal dottor Agostino Di Ciaula, Coordinatore del Comitato scientifico Isde (Medici per l’ambiente). Nella premessa, Di Ciaula dà atto ad Emiliano di avere un approccio “inedito rispetto ai suoi predecessori”, ma evidenzia anche il suo limite: «Per risolvere questo problema,  lei guarda alla semplice sostituzione con un altro combustibile fossile, il metano, come se questa fosse una soluzione magica e, soprattutto, come se fosse l’unica possibilità». Spiega il medico Isde: «Anche se molto meno del carbone, persino la combustione di metano inquina, genera gas serra e conseguenze sanitarie misurabili. Prima di pensare a semplici sostituzioni, sarebbe opportuno considerare alcune possibili sottrazioni, seguendo le linee guida dell’analisi preliminare e della crescita sostenibile. Sarebbe opportuno interrogarsi su quanta energia davvero serva ai pugliesi».
Di Ciaula fonisce anche dei dati: «La Puglia produce ormai (fonte Terna), con una crescita costante che dura da anni, il 91% in più dell’energia di cui ha bisogno. Consumiamo circa 19.000 GWh/anno di energia e la produzione regionale da fonti rinnovabili ammonta, in questo momento, a circa 8.000 GWh/anno. Seppure il governo regionale non volesse o non potesse (ragionamento per assurdo) puntare sul miglioramento dell’efficienza energetica o aumentare la produzione da fonti rinnovabili, dovrebbe considerare che le centrali termoelettriche tradizionali in questo momento operative sul territorio regionale producono circa 30.000 GWh/anno di energia, che significa circa 19.000 GWh di energia inutile per i pugliesi (ma utilissima per i produttori), utilizzando fonti fossili inquinanti (carbone e metano) con conseguenze ambientali e sanitarie tranquillamente evitabili, insieme alle speculazioni di mercato». In altri termini, conclude il medico Isde “sto parlando di revisione sostenibile del Piano Energetico Regionale. La scommessa che lei davvero dovrebbe vincere, Presidente, è quella di concludere, finalmente, l’era delle toppe e dell’emergenza e di inaugurare un futuro costruito sull’analisi oggettiva dei problemi, sulla prevenzione primaria, sulla partecipazione e sul bene comune”.
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