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Di Ciaula denuncia: nuovo ospedale di Taranto senza VIA – Ecco le criticità segnalate da Arpa Puglia

«Il progetto del nuovo ospedale di Taranto, medaglia che molti in queste ore si stanno appuntando sul petto, non sarà sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Persino un ospedale, specie se grande, può inquinare. La VIA sarebbe servita a migliorare il progetto, riducendo al minimo gli impatti negativi sul territorio e sui residenti». E’ quanto denuncia in un post su Facebook il dottor Agostino Di Ciaula,  coordinatore del Comitato Scientifico ISDE (Medici per l’Ambiente), da anni interessato alle vicende tarantine e, in particolare, agli effetti dell’inquinamento prodotto dall’Ilva sulla comunità ionica.

Stavolta, però, Di Ciaula entra nel merito del progetto del nuovo ospedale  (San Cataldo) che sorgerà in riva allo Jonio. Il medico ISDE ricorda che “direttive della Commissione europea richiedono di sottoporre a VIA anche gli ospedali e in Puglia questo è già avvenuto per l’ospedale di Monopoli. Monopoli ma non Taranto, dove il livello di attenzione per le questioni ambientali dovrebbe essere massimo”. Evidenzia Di Ciaula: «Nella città dove ancora non si bonifica e dove da anni si aggiunge inquinamento ad inquinamento, si è infatti deciso di non sottoporre a VIA il progetto del nuovo mega-ospedale (circa 700 posti), ignorando il parere di ARPA Puglia e la necessità di compiere il massimo sforzo possibile per la prevenzione primaria. Evidentemente riempire gli ospedali conta ancora più del fare il possibile per evitare di usarli». E’ la sua amara constatazione. 

L’ANNUNCIO DELLA REGIONE PUGLIA: OPERA CANTIERABILE

Il 26 dicembre, la Regione Puglia aveva annunciato la conclusione dell’iter procedurale che consentirà alla Asl di Taranto di pubblicare già a gennaio la gara per la realizzazione del nuovo ospedale “San Cataldo” in quanto erano state acquisite le autorizzazioni necessarie per l’approvazione del progetto definitivo della nuova struttura ospedaliera. «La Conferenza dei servizi convocata dalla Asl Taranto e alla quale hanno partecipato diversi enti (tra cui Comune di Taranto, Provincia di Taranto, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, concessionari di servizi pubblici), fornendo le relative autorizzazioni – si leggeva in una nota –  ha infatti segnato un importante passo in avanti per la realizzazione dell’opera, nel rispetto del cronoprogramma sottoscritto tra la Regione Puglia e la Asl di Taranto ad agosto 2014″. (leggi qui)

LE CRITICITA’ SEGNALATE DA ARPA PUGLIA: PARERE IGNORATO

Lo scorso 4 dicembre si è tenuta una Conferenza dei servizi decisoria che ha previsto l’aggiornamento dei lavori della precedente Conferenza tenutasi il 27 novembre che era stata sospesa per ottenere ulteriori chiarimenti da parte di Arpa Puglia in relazione al proprio parere e alle criticità rilevate per gli aspetti di sua stretta competenza. E’ quanto abbiamo appreso dalla lettura del verbale inerente la Conferenza.

E’ stato il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, con una nota del 3 dicembre 2015 a spiegare che il parere dell’Agenzia fa riferimento alle fonti normative aggiornate in materia di VIA. In particolare la Direttiva 2011/92/EU e la direttiva 2014/52/EU e alle linee guida della Commissione europea, in base alle quali “gli ospedali rappresentano progetti di opere particolarmente complesse per l’interazione con il contesto ambientale da dover essere opportunamente valutati secondo i criteri della VIA – scrive Assennato – a conferma di questo indirizzo si sottolinea che l’Ospedale di Monopoli dimensionato per la metà dei posti letto previsti per l’Ospedale di Taranto è stato assoggettato alla procedura di VIA”.

In base al documento “Guidance on EIA-Screening” della Commissione europea, emerge che “laddove ci fosse una sola risposta affermativa sull’esistenza di impatti significativi, la procedura di VIA dovrebbe essere richiesta”. Arpa Puglia ha tenuto conto anche dei criteri utilizzati dalla Provincia di Trento per la Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti relativi a ospedali.

Passiamo, ora, alle criticità segnalate da Arpa. In merito alla tematica Aria, “si evidenzia la necessità di sviluppare uno studio previsionale modellistico delle ricadute degli inquinanti normati dal D.Lgs. 155/10 per la valutazione completa dell’impatto dovuto alle emissioni in atmosfera di tipo convogliato e da traffico indotto”. In merito al CEM è stato richiesto di produrre una valutazione di impatto elettromagnetico. Altre criticità riguardano l’impatto luminoso e l’approvvigionamento energetico (non risultano descritti i criteri e le modalità necessarie al soddisfacimento dei bisogni energetici dell’edificio).

In particolare, il proponente (Proger) intenderebbe realizzare un impianto fotovoltaico e un impianto di trigenerazione, senza fornire una stima in merito ai consumi energetici dell’opera e sui relativi risparmi generati dall’autoproduzione mediante fonte di energia rinnovabile. Anche in merito alle fasi di cantiere, il proponente avrebbe fornito una sommaria descrizione dei possibili impatti. La gestione del materiale scavato (scavi per vasche di accumulo, scavi per le opere di fondazione delle opere a realizzarsi), “richiederebbe una pianificazione dettagliata delle aree di deposito temporaneo mediante elaborati grafici e con rappresentazione delle opere di mitigazione previste”.

In merito al sistema idrico, “non risulta effettuata alcuna valutazione del fabbisogno idrico della struttura ospedaliera in relazione al perseguimento di obiettivi di “risparmio idrico“; in merito agli scarichi e all’impianto di trattamento dei reflui, si evidenzia che in relazione al numero di abitanti equivalenti pari a 2.450 stimati dal proponente, la superficie destinata al trattamento di depurazione per il perseguimento del rispetto della Tabella 3 di cui all’Allegato V alla parte III del D.Lgs. 152/06, risulta sommariamente descritta senza fornire valutazioni dettagliate sulle metodologie di depurazione, sui risultati attesi e sui potenziali impatti derivanti dalla tecnologia utilizzata (odori, etc)”. Inoltre, le superfici dedicate all’impianto, “apparentemente troppo limitate”, non risultano “frutto di dimensionamenti di massima”.

“In conclusione – si legge nella nota di Arpa  – per tutto quanto rappresentato, emergono criticità per carenze informative collegate agli impatti ambientali prodotti dai flussi generati dall’opera complessa che devono essere necessariamente affrontate in una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale“. Così, invece, non è stato. In sede di Conferenza dei Servizi, il parere di Arpa Puglia è stato, quindi, ignorato.  Proprio come denuncia il dottor Di Ciaula.

ALESSANDRA CONGEDO

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