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Tempa Rossa, Stefàno tenterà di coinvolgere la Regione – Legamjonici: no alle royalties

TARANTO – Oggi al Comune si è tornato a parlare del progetto “Tempa Rossa”. Il Capo del Servizio di Gabinetto del sindaco Stefàno aveva convocato, tra gli altri, il comitato Legamjonici e l’associazione Legambiente per un incontro mirato a fare il punto della situazione. Ricordiamo gli ultimi sviluppi della vicenda: il 30 novembre scorso è stato adottato dal dirigente del Ministero dello sviluppo economico un provvedimento che costituisce l’ultimo atto che precede il rilascio dell’autorizzazione definitiva per l’adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto. L’autorizzazione all’adeguamento della raffineria dovrà essere rilasciata previa intesa con la Regione Puglia, come previsto dalla legge. Da qui il pressing di Daniela Spera, portavoce del comitato Legamjonici, sul governatore Emiliano affinché si possa ancora impedire il via libera finale al progetto (leggi in basso, ndr). 

«Durante l’incontro il sindaco Stefàno ha espresso la volontà di interessare il presidente della Regione per opporsi al progetto – ha dichiarato a InchiostroVerde il consigliere di maggioranza Alfredo Spalluto, uno dei pochi presenti  – ora la strada da percorrere è, comunque, obbligata: dovremo approvare una delibera che recepisce la variante del Piano Regolatore del Porto includendo anche l’allungamento del pontile Eni, opera funzionale al progetto Tempa Rossa. Anche l’avvocato del Comune (Decorato, ndr) ha fatto notare che dopo l’accoglimento da parte del Tar del ricorso di Total contro la delibera del novembre 2014, ogni altra mossa legale sarebbe controproducente». Spalluto ha ricordato, inoltre, che sui consiglieri comunali ionici pende una intimazione di Total a non ostacolare l’iter. Pena una richiesta di risarcimento danni che non sarebbe certo una passeggiata di salute. «Con lo Sblocca Italia voluto dal Governo – ha aggiunto Spalluto – ci rimangono pochi spazi di manovra. Il Comune è esautorato».

Le associazioni hanno ribadito la loro opposizione al progetto. Legamjonici ha chiesto al Comune di invitare la Regione Puglia a presentare ricorso contro il provvedimento del 17 dicembre 2015 con il quale il Ministero dell’Ambiente esclude dalla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) gli impianti di recupero vapore. Al Comune è stato chiesto anche di associarsi all’appello lanciato dal Movimento Stop Tempa Rossa e dal Coordinamento Nazionale No Triv affinchè le decisioni in ordine alla realizzazione delle opere del nostro territorio non siano solo appannaggio dello Stato centrale, ma siano condivise con le collettività territoriali. “I movimenti del territorio contrari al progetto Tempa Rossa non accettano royalties né compensazioni, pertanto non avanzano proposte in tal senso – spiega la Spera – tali compromessi rappresentano una implicita accettazione di progetti che portano alla distruzione di un territorio e che mettono a rischio la salute pubblica”.

Alessandra Congedo 

LA RELAZIONE PRESENTATA AL COMUNE DA DANIELA SPERA

Il progetto presenta numerose criticità:  

  1. Sicurezza. Direttiva Seveso: la più rilevante riguarda la resistenza degli impianti ad una potenza del vento pari a 100 km/h – molto inferiore rispetto alla potenza di un evento identificato come ‘tornado’ o ‘tromba d’aria’-. In ogni caso tale problematica pone dei rischi di eventi incidentali che necessariamente non resterebbero confinati all’interno della raffineria. Questa, insieme ad altre criticità è stata sollevata da Legamjonici al Comitato Tecnico Regionale, che, ritenendola pertinente, l’ha inserita come prescrizione nel rapporto preliminare di sicurezza. A nostro avviso questo è un aspetto sostanziale che richiede la riprogettazione degli impianti proposti per il progetto ‘Tempa Rossa’. Non si hanno notizie in merito al rapporto definitivo di sicurezza nel quale Eni deve specificare gli interventi migliorativi che intende attuare.
  2. Ambientali. Oltre a fenomeni ulteriori di inquinamento provocati dall’aumento del traffico di petroliere, ci sarà a) un aumento del 12% delle emissioni diffuse e fuggitive; b) un aumento di emissioni convogliate pari a 26 tonnellate annue di VOC (composti organici volatili)- come riportato nello Studio di Impatto ambientale presentato da Eni nel 2011-.

Nel caso a) non specificano chiaramente come intendono abbattere tali emissioni ma si limitano a far riferimento a miglioramenti tecnologici previsti dall’A.I.A. della stessa raffineria.

Nel caso b) specificano miglioramenti tecnologici, attraverso l’installazione di impianti di recupero vapori descritti come ‘tecnologicamente avanzati’ che, secondo l’azienda, porterebbero a ridurre a 2 tonnellate annue quelle emissioni – che comunque sarebbero aggiuntive– Tuttavia il progetto di tali impianti è stato sottoposto al parere di Arpa Puglia che in via preliminare ha evidenziato molti aspetti critici e poco chiari sul loro funzionamento, consigliando di sottoporre a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) il progetto.

  1. Inoltre sottoporre a VIA gli impianti di recupero vapori è fondamentale anche alla luce dei chiarimenti chiesti da Legamjonici ad Arpa Puglia, relativamente alla natura degli idrocarburi recuperati e immessi in atmosfera. Come confermato dai tecnici dell’Arpa non viene mai fatta una esplicita distinzione tra idrocarburi alifatici e idrocarburi aromatici nel documento presentato dal proponente. Se infatti il recupero (che porterebbe ad un abbattimento dei VOC) riguardasse solo gli alifatici, di conseguenza gli idrocarburi che sarebbero rilasciati in atmosfera sarebbero quelli aromatici che sono i più pericolosi per la salute umana.
  2. La Regione Puglia ha infatti espresso parere negativo proprio per le ragioni descritte da Arpa Puglia, parere ufficializzato con Delibera di Giunta Regionale della Puglia n. 1948 del 3.11.2015.
  3. Nonostante il parere di Arpa Puglia, il Ministero dell’Ambiente in data 17/12/2015 ha concluso con l’esclusione dalla VIA degli impianti di recupero vapori. Avverso tale provvedimento è ammesso ricorso al TAR entro 60 gg e al Capo dello Stato entro 120 gg.
  4. Infine, il provvedimento adottato il 30 novembre scorso dal dirigente del Ministero dello sviluppo economico, relativo al progetto “Tempa Rossa”, costituisce l’ultimo atto che precede il rilascio dell’autorizzazione definitiva per l’adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto. L’autorizzazione all’adeguamento della raffineria dovrà essere rilasciata previa intesa con la Regione Puglia, come previsto dalla legge. Per tali ragioni il ‘Movimento Stop Tempa Rossa’ (costituito da 40 associazioni) e il Coordinamento Nazionale No triv (200 associazioni) hanno promosso un appello al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Per quanto sopra esposto, Legamjonici convocata dal Comune di Taranto, per discutere in merito al progetto ‘Tempa Rossa’,

Chiede:

Che il Comune di Taranto ribadisca la propria contrarietà al progetto Tempa Rossa, nonostante l’annullamento da parte del TAR della Delibera comunale del 5/11/2014;

Che il Comune di Taranto, alla luce dell’ultimo provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico, chieda al Presidente della Regione Puglia e a tutta la Giunta di farsi portavoce delle istanze di associazioni, movimenti e del Comune di Taranto che hanno espresso la propria contrarietà al progetto Tempa Rossa;

Che il Comune di Taranto inviti la Regione Puglia a presentare ricorso contro il provvedimento del 17/12/2015 con il quale il Ministero dell’Ambiente esclude dalla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) gli impianti di recupero vapore;

Che il Comune di Taranto si associ all’appello lanciato dal Movimento Stop Tempa Rossa e dal Coordinamento Nazionale No Triv affinchè le decisioni in ordine alla realizzazione delle opere del nostro territorio non siano solo appannaggio dello Stato centrale, ma siano condivise con le collettività territoriali.

I movimenti del territorio contrari al progetto Tempa Rossa non accettano royalties né compensazioni, pertanto non avanzano proposte in tal senso.

Tali compromessi rappresentano una implicita accettazione di progetti che portano alla distruzione di un territorio e che mettono a rischio la salute pubblica.

Daniela Spera – Presidente del Comitato Legamjonici e portavoce del Movimento Stop Tempa Rossa.

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