L’opportunità di regolamentare il volume massimo dei container in modo da limitare il fenomeno del gigantismo navale, la mancata incentivazione del trasporto su ferro da usare anche per i collegamenti da ultimo miglio all’interno dei porti, l’individuazione delle strategie per il porto di Taranto, la possibilità di potenziare l’attrattività del territorio, legata al turismo da crociere con nuovi itinerari, la realizzazione dei collegamenti intermodali nell’ambito delle Reti TEN–T e della rete “Centrale” dei porti (tra i cui corridoi quello Scandinavo-Mediterraneo comprende il porto di Taranto) entro il 2030, erano alcuni dei rilievi fatti nei confronti del “Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica” che venivano rilevati dalla predetta istanza al Comune, rimasto pavidamente silente. Inoltre si pone in evidenza come la riforma del Ministro Delrio – regolamentata dall’art.29 dello Sblocca Italia – escludesse gli enti locali e svilisse il ruolo delle Regioni. La Corte Costituzionale ha ovviamente bocciato l’autoritarismo del Governo Renzi e in tutto questo il Comune di Taranto ha sempre avuto il ruolo di spettatore subendo i provvedimenti statali, senza apportare una ben che minima considerazione in merito.
“Se l’Autorità di Sistema Portuale, così come previsto dalla riforma, deve essere una sola in Puglia allora, a nostro giudizio, dovrà essere affidata al porto di Taranto” – affermano gli “Amici di Beppe Grillo Taranto” – “e si badi bene, non per questioni campanilistiche come fin troppo spesso abbiamo sentito in questi giorni, ma per questioni puramente tecniche e logistiche, nonché regolamentari. Infatti come è noto i porti pugliesi della rete “Centrale” delle Ten-T , elencati nel Regolamento 1315 del 2013, sono due: Bari e Taranto.
Nei lavori preparatori del suddetto regolamento eseguiti dalla Commissione UE, si sono stabiliti alcuni criteri di individuazione dei porti della rete “Centrale”: fare parte di nodo urbano primario (criterio che non trova realizzazione in Puglia per alcuna città); avere un traffico complessivo maggiore dell’1% del totale dei traffici UE (prendendo a base la media del triennio più recente dei dati Eurostat) attraverso una formula ben precisa e premiante dei porti con traffico più elevato tra i porti facenti parte di una linea costiera continua e quindi, prendendo a riferimento il triennio 2011-2013 in caso della Puglia, Taranto rientra agevolmente in tale contesto a differenza del porto di Bari il cui traffico non supera l’ 1% e che rimane dunque sotto la soglia prevista, pur rispettando tutti gli altri criteri che tuttavia permettono al capoluogo regionale di rientrare nelle Ten-T come porto della rete “Centrale”. Inoltre, occorre considerare la mole di lavori e gli investimenti previsti per l’adeguamento del porto di Taranto, tra cui vi sono opere strategiche funzionali all’intermodalità e al miglioramento del servizio offerto dal porto che non sono previste in egual misura per il porto di Bari”.
Gli attivisti del Meetup evidenziano, oltretutto, anche la necessità e l’urgenza di una ridefinizione del grande molo polisettoriale di Taranto che ha subìto, di recente, un duro colpo a causa dell’addio delle multinazionali che, preferendo spostare i loro traffici altrove, ne hanno bloccato le attività, creando al capoluogo ionico, un grande danno occupazionale. “A fronte di tali dati e investimenti, riteniamo Taranto la sede naturale, e quindi consideriamo offensive le dichiarazioni del Ministro Delrio che preferirebbe Taranto perchè la considera, per deformazione personale, una “città debole”. “Se Taranto deve diventare sede di ASP” continuano gli attivisti “ lo sarà per i meriti sopra descritti e non per l’ostentata pena che prova il Ministro Delrio.
E’ lecito chiedersi se tutto questo piagnisteo eseguito ad arte, in realtà celi una disputa sulle future nomine ASP, che giova ricordarlo sono di carattere politico e non concorsuale. In un tale contesto, pertanto, auspichiamo di non prendere in considerazione le polemiche campanilistiche di alcuni politici e dell’amministrazione barese che non riescono, o non vogliono, avere una visone globale della questione e dell’interesse collettivo. Si pensi allora solo alla Puglia e ad un’armonica funzionalità delle infrastrutture esistenti per il bene del territorio e non per biechi e sconvenienti interessi politici e di potere clientelare. Confidando nel prosieguo positivo della riforma, ci attendiamo adesso un impegno ufficiale da parte dell’Amministrazione, finora silente alla nostra istanza, affinché siano messe in atto tutte quelle iniziative necessarie perché venga ristabilita e chiarita la realtà dei fatti anche agli occhi dell’opinione pubblica. Basta con la politica da stadio e degli interessi personali! Basta pianti e basta offese per Taranto!”.
Gli Attivisti del “Meet Up “Amici di Beppe Grillo Taranto”
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