«Da più tre anni, a partire dal 26 luglio 2012, giorno in cui la Magistratura ha disposto il sequestro preventivo degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto – si legge in una nota stampa – viviamo insieme a 14 mila lavoratori (diretti e appalto) il dramma dell’incertezza del presente e del futuro, sul piano ambientale e occupazionale. Di fronte ad una vertenza così complessa, non solo per Taranto ma per l’intero Paese, assistiamo quotidianamente a slogan e annunci che hanno più le caratteristiche della propaganda fine a se stessa che non quelle di una visione concreta e risolutiva».
Il sindacato fa riferimento alle tante proposte avanzate da Emiliano negli ultimi mesi, dalla chiusura alla riconversione dello stabilimento, e soprattutto all’ultima trovata del Governatore: quella di trasformare radicalmente il processo produttivo di Ilva attraverso l’utilizzo del gas. Questi gli interrogativi posti dalle Rsu Fiom: “Attraverso quali risorse economiche (pubbliche o private) verrebbe sostenuto questo progetto? E’ stata realizzata una valutazione sull’impatto ambientale di tale operazione? I livelli occupazionali verrebbero salvaguardati totalmente? A quanto ammonterebbe la capacità produttiva di acciaio? Nell’operazione rientrano i siti di Genova e Novi Ligure?”.
«Noi siamo convinti – si legge ancora nella nota – che di fronte alla minaccia di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia da parte dell’UE, caldeggiata dalla lobby dell’acciaio, le massime espressioni istituzionali dal livello regionale fino al Governo Nazionale, debbano lavorare in maniera sinergica, senza fughe in avanti e personalismi da parte di nessuno, per il raggiungimento dell’obbiettivo che come RSU FIOM-CGIL abbiamo sempre rivendicato: risanamento ambientale, salvaguardia dei posti di lavoro e rilancio industriale”.
Lr Rsu Fiom segnalano, infine, l’emergenza prioritaria rappresentata dalla situazione in cui versano i lavoratori dell’appalto Ilva, i quali non solo da più di un anno attendono il ristoro dei crediti già maturati dalle aziende di appartenenza, ma subiscono anche il dramma della perdita del posto di lavoro. «Nei prossimi giorni – spiegano – saremo anche chiamati a discutere sul rinnovo degli ammortizzatori sociali in scadenza per i lavoratori diretti che prevedono una drastica riduzione del sostegno al salario e su cui auspichiamo un intervento di integrazione da parte della Regione Puglia». Da qui la richiesta di un pronto riscontro da parte di Emiliano.
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