All’incontro saranno presenti: don Maurizio Patriciello, simbolo dell’emergenza Terra dei fuochi in Campania; don Palmiro Prisutto, sacerdote di Augusta (Siracusa) impegnato sul dramma tumori provocato dalle industrie nocive in Sicilia; don Marcello Cozzi, componente della segreteria nazionale dell’Associazione Libera; dottor Antonio Marfella, tossicologo-oncologo presso l’Irccs di Napoli; Gianni Perrino, capogruppo portavoce alla Regione Basilicata del Movimento 5 Stelle e primo firmatario della richiesta di referendum contro le trivelle. I lavori saranno coordinati da Piernicola Pedicini.
L’iniziativa mira a tre obiettivi principali: 1- Sviluppare un confronto tra alcune realtà italiane colpite da emergenze ambientali e sanitarie a causa delle industrie nocive e del traffico di rifiuti illegali; 2- Aprire una riflessione con il mondo della Chiesa dopo l’enciclica del Papa sul tema ambiente; 3- Dare impulso alla campagna referendaria contro le estrazioni petrolifere e la legge Sblocca Italia.
La scelta di Matera, come sede dell’evento, è stata decisa per collegare la straordinaria notorietà della Città dei Sassi, ora Capitale della Cultura 2019, alle tematiche della tutela dell’ambiente e della salute pubblica rispetto alle contraddizioni che ci sono in Basilicata, alle esperienze e alle battaglie portate avanti in altre realtà del Sud. Matera Capitale della Cultura 2019 non può essere un'”isola”, chiusa in se stessa, che non tiene conto di quello che gli accade intorno, ma potrà fare un ulteriore salto di qualità se sarà capace di occuparsi e di interrogarsi anche su questi aspetti. Cultura significa anche rispetto della salute dei cittadini e rispetto delle bellezze paesaggistiche e ambientali. Qui di seguito tre schede sintetiche su don Maurizio Patriciello, don Palmiro Prisutto e don Marcello Cozzi.
DON MAURIZIO PATRICIELLO
Don Maurizio Patriciello è uno dei simboli della Terra dei Fuochi, ovvero quella fetta di territorio campano, dove vivono circa due milioni di persone, avvelenata da rifiuti tossici che hanno seminato morte nel corso degli ultimi decenni. Morte che non ha risparmiato neanche la sua famiglia, con il decesso del fratello avvenuta per leucemia.
Il parroco di Caivano in provincia di Napoli, in poco tempo è diventato uno dei volti più noti della battaglia intrapresa per la rinascita di un territorio inquinato dai rifiuti industriali sversati e poi interrati senza alcuna precauzione nelle campagne. Sulla drammatica emergenza per la quale ha subìto numerose minacce ha scritto due libri, Vangelo dalla Terra dei fuochi e Non aspettiamo l’Apocalisse, pubblicato da Rizzoli nel 2014. Nei libri ha ripercorso le tappe che hanno segnato il dramma di migliaia e migliaia di famiglie colpite dai devastanti effetti di un uso criminale del territorio a opera dei clan camorristici. Da qui sono partite numerose minacce, da parte dei clan stessi, che miravano a silenziare la denuncia di don Patriciello, ritenuta evidentemente scomoda.
DON PALMIRO PRISUTTO
Ogni ventotto del mese, nella sempre gremita Chiesa Madre di Augusta, in provincia di Siracusa, don Palmiro Prisutto dedica la messa serale ai tanti concittadini morti di tumore e elenca i nomi di centinaia di uomini, donne e bambini, indicando per ognuno l’età, la professione e il tipo di cancro che ne ha causato la morte. Un rituale che ha fatto di Augusta il simbolo dei morti per tumori della Sicilia. In un’area, dove tra centrali elettriche e impianti di raffinazione si contano 18 stabilimenti, si muore soprattutto per un motivo: carcinoma ai polmoni, ai reni, al colon. La scelta del ventotto di ogni mese non è casuale: si tratta di un riferimento alla “Festa dei Santi Innocenti” che si tiene il ventotto dicembre, una sorta di omaggio del sacerdote ai morti della città.
L’obiettivo di Don Prisutto è che un giorno vada ad assistere alla celebrazione anche il presidente della Repubblica e, a tal proposito, il coraggioso prete di provincia ha scritto una lettera al presidente della Repubblica in cui racconta quello che accade ad Augusta.
“Su questa strage c’è un silenzio che dura ormai da troppo tempo ed è ora di romperlo– spiega Padre Palmiro – I nostri morti di cancro e i nostri bambini malformati attendono giustizia, per questo richiedo un intervento delle istituzioni. E’ una strage nazionale che deve essere riconosciuta dallo Stato Italiano.”
DON MARCELLO COZZI
Don Marcello Cozzi è componente della segreteria nazionale di Libera, l’Associazione per la lotta alle mafie e per promuovere la legalità e la giustizia. Stretto collaboratore di don Luigi Ciotti, che è il fondatore di Libera, è sacerdote a Potenza ed è impegnato in prima linea nelle iniziative per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica, l’impegno contro la corruzione e le ecomafie, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura.
Autore di vari libri, tra cui “Quando la mafia non esiste – Malaffare e affari della mala in Basilicata”, don Marcello Cozzi, ha seguito con estrema attenzione il caso Elisa Claps, la ragazza di Potenza scomparsa nel 1993. Proprio negli ultimi giorni ha rivolto un appello a coloro che occultarono il cadavere di Elisa Claps (trovato nel sottotetto di una chiesa, a Potenza, il 17 marzo 2010) affinché raccontino, anche in forma anonima, tutta la verità di questa inquietante e dolorosa storia.
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