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Ilva, Confcommercio punzecchia la Camera di Commercio

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Confcommercio Taranto.

Il nono decreto Ilva apre la porta a scenari di grande incertezza non solo per il destino dello stabilimento siderurgico e dell’indotto industriale, ma anche per l’intera economia del territorio provinciale, già fortemente provata dalle conseguenze dirette ed indirette della crisi dell’Ilva. Il presidente di Confindustria Taranto, Enzo Cesario, in occasione dell’ultimo Consiglio camerale, ha chiesto il sostegno della Camera di commercio per l’indotto siderurgico a seguito della notizia della  bocciatura dell’emendamento sul  fondo di garanzia.

Certo la situazione dell’indotto industriale è grave e potrebbe avere riflessi particolarmente negativi per l’intera economia, ma l’industria non è il solo settore economico in sofferenza. L’agricoltura, l’artigianato, l’allevamento, la mitilicoltura, il turismo, il  commercio hanno subito e subiscono danni gravissimi e mai in questi anni la Camera di commercio ha affrontato in modo strutturale ed organico le problematiche di tali  settori, e tanto meno in merito alle  sue proposte in seno al CIS (Contratto Interistituzionale di Sviluppo),  ha mai ritenuto di dover coinvolgere il Consiglio in un confronto serio ed ampio.

Cinque anni di governo camerale trascorsi senza che ci si occupasse della crisi di un sistema economico che è saltato; cinque anni contrassegnati da politiche che non hanno mai tentato di affrontare in modo serio e continuato le problematiche delle piccole e medie imprese dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato,del turismo; cinque anni durante i quali il Consiglio camerale non è mai stato chiamato ad un confronto su tali temi. La dirigenza della Camera di commercio è ormai alla fine del suo mandato e da un anno è in regime di prorogatio,  non è – sia perché non lo ha mai fatto sin’ora e sia perché non vi sono più le condizioni- un interlocutore attendibile.

L’analisi della situazione della crisi del sistema economico, tout court, e non dunque solo quella dell’indotto industriale, necessita di un luogo di confronto di livello istituzionale, che non può essere la Camera di commercio e che deve vedere necessariamente coinvolti Comune, Provincia e Regione, in una discussione ampia e strutturata che traguardi ad una visione di territorio e di sviluppo strategico che dia a Taranto, anche attraverso il Contratto Interistituzionale di Sviluppo, l’occasione per risollevarsi dai vincoli della old economy e per perseguire Io sviluppo di un sistema economico diversificato.

 

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