Il rispetto per il mare inizia a tavola – Evitiamo di consumare datteri, ricci, astici

TARANTO – Il rispetto per l’ambiente marino e per le creature che lo popolano inizia a tavola, scegliendo in modo consapevole e lungimirante di evitare determinate specie diventate protette dalla legislazione vigente perché a lungo sfruttate in modo incontrollato. Tra queste, alcune sono vietate per legge, ma continuano purtroppo ad essere prelevate dal nostro mare con grave danno per l’ecosistema, e vendute sottobanco in pescherie o ristoranti gestiti da persone disoneste.

È questo il caso dei datteri di mare, molluschi bivalvi la cui pesca e il cui consumo sono severamente vietati, ma la cui richiesta non tende a diminuire, sia per ignoranza, sia per l’egoismo di voler a tutti i costi mangiare frutti di mare proibiti ben conoscendo i danni irreversibili inflitti alle nostre scogliere sommerse.

Altre specie marine rientrano nella lunga lista di animali protetti il cui prelievo è regolamentato. Anche in questo caso, sebbene la pesca non sia del tutto vietata ma limitata a determinati mesi all’anno, sarebbe bene evitare di consumarli per provare a limitare la richiesta che resta sempre molto alta, in particolar modo durante le festività natalizie. Nell’elenco delle suddette specie ricadono aragoste, astici, magnose, granseole, ricci di mare, palombi, cernie, corvine, ombrine, tonno rosso e pesce spada. 

È importante anche iniziare a sostituire animali marini da sempre considerati “pregiati” e prelevati ancor oggi senza nessun criterio con altre specie, a volte poco conosciute, ma ugualmente buone. Al posto dei polpi preferire i nostri molluschi bivalvi come le cozze o le vongole, al posto di gamberi rosa, rossi o viola e scampi preferire i granchi (in particolar modo le specie aliene, come il granchio blu, che sta diventando sempre più comune nel nostro mare e, tra l’altro, ha delle carni squisite); al posto dei soliti pesci che spesso vengono prelevati sottomisura come triglie, saraghi, orate, dentici, spigole, ricciole scegliere boghe, sugarelli, cefali, occhiate o, ancor meglio, pesci in costante aumento nei nostri mari e particolarmente aggressivi come il pesce serra o i barracuda.

Infine, è fondamentale non consumare il bianchetto ovvero il novellame dell’acciuga o della sardina.  Il motivo è molto semplice: per un solo piatto di bianchetto sono necessari centinaia di individui giovani che non diventeranno mai adulti e non potranno mai riprodursi perpetuando la specie a cui appartengono! Piccoli gesti possono innescare grandi cambiamenti.

Rossella Baldacconi, PhD in Scienze Ambientali

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