“Sperare si può”: il messaggio della Comunità Emmanuel
TARANTO – Quello che un tempo era un carcere militare, in pieno centro cittadino, da anni rappresenta un’oasi di salvezza per persone con problemi di dipendenza. È la storia del Centro diurno di prima di accoglienza “a bassa soglia” della Comunità Emmanuel, l’unico del nostro territorio ubicato nel cuore del Borgo umbertino, all’inizio della centralissima via Pupino, nei pressi dell’Ospedale Militare Marittimo.
Attivo ogni giorno, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, accoglie tutti coloro che vivono il disagio della dipendenza, principalmente tossicodipendenti, ma anche persone che hanno altre dipendenze, come quelle da alcol o da gioco, finanche da “gratta e vinci”. Il Centro accoglie tutti coloro che si presentano ai suoi cancelli, come i tanti extracomunitari e clochard in difficoltà, uomini e donne che qui possono rifocillarsi, lavarsi, avere vestiti puliti e, soprattutto, vengono “ascoltati” ricevendo un po’ di calore umano ed un riparo dall’indifferenza che ogni giorno li circonda.
La Comunità Emmanuel è stata fondata prima a Lecce, nel 1980, e dieci anni più tardi nella nostra città. Per festeggiare questi anniversari ha organizzato “Sperare si può…”, un pubblico incontro con testimonianze e scambio di esperienze che è tenuto ieri presso la Biblioteca Civica “Acclavio”, al piazzale Bestat. L’incontro, al quale hanno partecipato anche classi dell’Istituto “Righi”, oltre a psicologi, educatori e volontari, è iniziato con la proiezione di un filmato sulla “storia” della Comunità Emmanuel e dei servizi che eroga. In seguito, ad opera dei ragazzi ospiti del Centro Pedagogico di Martina Franca, si è tenuta la drammatizzazione “I percorsi della vita tra arrivi e partenze”.
VIDEO-INTERVISTA A MARIA ANNA CARELLI – RESP. CENTRO “BASSA SOGLIA” COMUNITA’ EMMANUEL – A CURA DI OMEGANEWS