Greenpeace: a Natale regala un futuro alle foreste

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oneLike_oneForest (1)ROMA – Sono il polmone del Pianeta, la casa di specie meravigliose e in pericolo come tigri e oranghi, hanno una fondamentale funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici e rappresentano la fonte primaria di sopravvivenza per milioni di persone. Sono le foreste, e sono sempre più minacciate dalle attività dell’uomo. Per questo Greenpeace ha lanciato la campagna “Natale per la foresta”, per regalare un futuro al cuore verde del nostro Pianeta.

Monocolture industriali, allevamenti intensivi, incendi, commercio di legno illegale sono le cause principali della deforestazione, che interessa principalmente le foreste pluviali in Indonesia e le aree amazzoniche del Sud America. In Indonesia negli ultimi 25 anni sono andati persi 31 milioni di ettari di foresta, un’area grande quasi quanto la Germania. Le compagnie produttrici di olio di palma e polpa di cellulosa per la produzione di carta sono le principali responsabili di questa devastazione: quasi il 40 per cento della deforestazione avvenuta tra il 2011 e il 2013 ha avuto luogo in terreni convertiti in piantagioni industriali.

Distruggendo le foreste si perdono inoltre habitat ricchi di diversità biologica e specie endemiche. Ad esempio, in soli due anni (2011 – 2013) gli oranghi che abitano esclusivamente le foreste del Borneo e Sumatra hanno perso il 4 per cento di ciò che resta del loro habitat e sono sull’orlo dell’estinzione: allo stato selvatico, rimangono solo 55 mila oranghi del Borneo e 6 mila e 600 oranghi di Sumatra.

Gli incendi appiccati per deforestare l’Indonesia hanno avuto inoltre anche gravissimi effetti sulla salute delle persone: milioni di abitanti del Sud-est asiatico hanno subito danni gravi alla salute a causa della nube di ceneri e fumo provocata dai roghi​. Si stima che circa 500 mila persone in Indonesia siano affette da malattie respiratorie acute.

In Brasile, nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni a tutela dell’Amazzonia, i dati più recenti registrano una preoccupante inversione di rotta. Nel periodo tra l’agosto 2014 e il luglio 2015 la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è tornata a crescere, con un aumento di circa il 16 per cento rispetto alla rilevazione precedente, come annunciato dalla ministro dell’Ambiente Izabella Teixeira. L’aumento della deforestazione è sempre associato all’aumento di crimini forestali: la mafia del legno, infatti, si fa strada nei territori indigeni alla ricerca di specie di legno pregiate​,​ spesso ricorrendo alla violenza e perfino all’omicidio.

«Abbiamo già distrutto più dell’80 per cento delle foreste del nostro Pianeta, la casa di oltre la metà delle specie animali e vegetali», dichiara Martina Borghi della campagna Foreste di Greenpeace Italia. «Dobbiamo assolutamente fermare questo scempio, per salvare la biodiversità, il clima, le persone. Dobbiamo difendere gli ultimi polmoni del mondo, e dobbiamo farlo tutti insieme», conclude.

 

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