“L’utilizzo di queste acque di scarsissima qualità – prosegue Casili –sta destrutturando e impoverendo i nostri suoli che si compattano, impermeabilizzano e si allagano per giorni dopo le prime piogge. Abbiamo percentuali di S.O (sostanza organica) che in media non superano l’1%. Continuiamo ad ossidare le nostre terre e a bruciare Carbonio. Continuiamo ad utilizzare diserbanti e concimi chimici su suoli ormai ridotti a mero substrato polverizzato. Negli anni abbiamo preso senza mai restituire nulla. Il bilancio è spaventoso. La Puglia insieme alla Sardegna è la regione con il più alto indice di desertificazione. I cambiamenti climatici verso un regime di tipo xerico peggiorano il quadro generale. Come è mai possibile non aver considerato tutti questi fattori per il disseccamento degli ulivi nel Salento?– prosegue il consigliere pentastellato – Un corretto approccio avrebbe dovuto considerare il sistema Ambiente-Albero-Suolo. E quindi clima, inquinamento dei suoli, diserbanti, pesticidi, fisiologia della cultivar coinvolte, età della pianta, sistemi di potatura, sostanza organica, microbiologia dei suoli, caratteristiche fisiche e chimiche dei suoli, incidenza di funghi e rodilegno…etc.”
Le soluzioni a questa seria problematica esistono, secondo il pentastellato, e consistono nel “cambiare urgentemente rotta e tornare a far brulicare le nostre terre di vita. Questa è la “battaglia” di tutte le battaglie, perché senza terra un popolo non ha modo di esistere.” ma cosa si può fare concretamente? “Recuperare le acque reflue urbane opportunamente affinate per usi irrigui e ricaricare così le falde.Recuperare l’umido prodotto dai cittadini per farne compost di qualità e restituirlo alle terre. Di questo – conclude Casili – si deve urgentemente occupare la Regione Puglia.”
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